Diario - anno III - n. 4 - gennaio 1987

II. Nella grande casa di campagna d'un proprietario di più di mille ettari di terra, era ospite il cugino deHa moglie, Aleksàndr Ivànovic Vòlghin, scapolo assai stimato nel suo circolo, impiegato in una banca di Mosca con uno stipendio d'ottomila rubli. Venuta la sera, stanco di giocare coi familiari alla millesima partita di vint, Aleksàndr Ivànovic, ritiratosi in camera, posò sulla tovaglina, che copriva il comodino, l'orologio d'oro, il portasigari d'argento, il portafoglio, il grosso borsello di camoscio, una spazzolina e un pettinino; quindi si tolse la giacca, il gilè, la camicia inamidata, i calzoni, i pedalini di seta, le scarpette di fattura inglese: e, indossate camicia da notte e vestaglia, portò tutte quelle cose dietro la porta, e andò a coricarsi sul candido letto a molle, sprimacciato di fresco, con due materassi, tre guanciali e la coperta foder,ata di tela. L'orologio segnava mezzanotte. Aleksàndr Ivànovic accese una sigaretta, restò allungato cosl supino per cinque minuti, richiamandosi alla mente le impressioni dehla giornata, poi soffiò sulla candela, si rigiiròdi fianco, e, benché per un pezzo continuasse a rivoltolarsi, riuscì tuttavia a prender sonno intorno all'una. Svegliandosi la mattina alle otto, infilò le pantofole, la vestaglia, e suonò il campanello. l'l cameriere Stjepàn, vecchio com'era (da trent'anni, ormai, serviva in questa casa), padre di famiglia e nonno di sei nipoti, affrettandosi sulle gambe incurvate, entrò ne11astanza riportando, pulite da brillare, le scarpette tolte iersera, giacca e calzoni ben battuti e smacchiati, e, ripiegata e rigida d'amido, una nuova camicia. L'ospite ringraziò, domandò che tempo faceva (le tende, infatti, erano tirate giù alle finestre, che il sole non avesse a impedir di dormire magari fino alle undici, come facevano parecchi dei padroni di casa). Quindi A,leksàndr Ivànovic aHungò un'occhiata all'orologio: non era tardi, e si fece a pulirsi, a lavarsi e a vestirsi. L'acqua era già Il pronta; già Il pronti, cioè rilavati e rinettati, gli accessori da toletta sporcati ieri: la saponetta, gli spazzolini (per i denti, per le unghie), le spazzole per i capelli, per la barba; cosl pure le forbicine e le limette per le unghie. Quando, senza fretta, si fu 1'avato il viso, le mani, si fu pulite attentamente le unghie, e con l'asciugamano, sulle unghie, si fu ricalzata la peHe; quando sue69 Biblioteca Gino Bianco

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