nendo coperte man mano dalle scorie minute della vu.taquotidiana. Cosl accadde anche ad Aleksàndra Nikolàjevna. Passarono tre mesi. La vita tirava innanzi secondo il suo giro consueto; per un certo periodo, anzi, era stata complicata dalla tosse convulsa dei fogliuoli. Col marito c'erano i soliti buoni rapporti cli sempre, coi figliuoli lo stesso; il precettore nuovo, raccomandato dal presidente della delegazione dell'assemblea prov-inciale, era un tipo pacifico. Venne in viilleggiaturapresso di loro la famiglia del fratello del marito. Ci fu piir volte occasione di andare in città, e anche alla capitale, dove Aleksàndra poté rivedere i vecchi amici. Di lui, non si avev;a nessuna notizia. Essa seguiva con attenzione tutto ciò che accadeva nel mondo dei rivoluzionari. Si susseguivano « espropriazioni », attentati terroristici. Ma, di lui, non si sentiva parlare. H principale avvenimento, non visibile, ma più tremendo di ogni altro, era per lei, tuttavia, quello di cui ormai aveva la certezza: che stava ,per diventare madre d'un suo bambino. XI. In un quartiere povero d'una grande città, sede di studi universitari, nella casa della vedova Perepjòlkin, da più d'un anno abitava Matvjèj Sjemjònovic Nikolàjev, secondo le sue mansiioni ufficiali impiegato nell'ufficio statistico delle assemblee provinciali, ma, secondo la sua posizione nel mondo rivoluzionario, membro del Comitato Esecut,ivo dei liberatori del popolo, e capo del circolo di diffusione delle idee socialiste fra i lavoratori. Egli aveva trentadue anni. E già da otto anni, fin da quando, studente del quarto corso, aveva abbandonato l'urniversità senza ,laurearsi, s'era dato anima e corpo alla causa della rivoluzione, e aveva conquistato, fra i rivolu2Jionari,una posizione preminente ... (1909) 66 Biblioteca Gino Bianco
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