Diario - anno III - n. 4 - gennaio 1987

- Darò giusto un'occhiata alla corrispondenza, e poi vengo. Non puoi immaginare come sia bello tornarsene a casa, qui accanto a te, accanto a1 i bambini, sul proprio divano ... « Dove troverò la forza di seguitare a vivere in questa finzione, in questa turpitudine? Parlare, è impossibile. A che scopo distruggere la sua pace? Ma anche tacere è ,impossibile! » pensava lei, lasciando la stanza. Ma, a questo punto, le risovvenne di lui, del suo v,isoinnamorato e rapito, e sentì ohe avere il suo amore era una felicità tanto grande, che valeva la pena di soffrire per essa. « Purché lui non si rovini da sé, purché resti in vita. Ci dev'essere in viista chissà che impresa disperata, e lui vi prenderà parte. E potrebbe essere la prigione, la morte ... Oh, non ci posso pensare! » La vergogna, il rimorso, erano in lei tanto grandi, che non le sarebbe stato possibile sopportarli, se non avesse creduto nella forza irresistibile del suo amore: e, involontariamente, le veniva fatto di esagerare il suo amore. Era la sola cosa che la liberasse dal tormento della vergogna e del rimorso. Non è già che se lo raffigurasse come un uomo, simile al quale non ne avesse incontrato mai un altro nella vita, o tale, addirittura, che non potesse esisterne migliore; ma, effettivamente, scorgeva in lui tutte le più sublimi qualità. E ce le scorgeva, appunto, perché lo amava. Tutto quello che c'era in lui di meno buono, sva!l!ivaai suoi occhi; e la personalità di lui era costituita per intero, ai suoi occhi, da quelle buone doti che erano in lui: ingegno, perspicacia, gusto artistico, e bontà d'animo, e senso di giust,izia, e, soprattutto, capacità di sacrificarsi, proprio quella capacità di sacrificarsi che avrebbe finito col perderlo. Intanto, era andata a tavola per la colazione; e le faccende consuete la assorbirono e la distrassero temporaneamente: la distrassero (e nulla più), sia dall'orrore del rimorso, sia dall'amore per lui, dalla paura per lui. Ma appunto per questo è tremenda la vita: che le ferite del co11po,qualsiasi malattia, non cadono di mente, costringono a soffrire e a lottare; mentre le ferite morali, spirituali, vengono a scancellarsi per coloro che non vivono d'una vita spiri.tuale: vengono a scancellarsi, semplicemente, sotto l'azione dell'usuale scorrere della vita, dei piccoli moti d'interesse per il proprio giro d'attività, rima65 Biblioteca Gino Bianco

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