Far ritorno a casa, in famiglia, a quest'ambiente (materiale e insieme spirituale) consueto, era sempre una cosa che g1i dava, piuttosto che gioia, un',impressione simile a quella di togliersi l'uniforme attillata, infilarsi la vestaglia e le ,pantofole, allentare l'attenzione, sospendere ogni scelta, e, abbandonate le redini, tranquillamente, abitudinariamente, lasciarsi trasportare. Robusti, da parer selezionati, i :fiigliuoli;buoni, tranquilli i rapporti coi contadini, con la servitù; conformi aHe abitudini l'orario dei pasti, il riposo, ,il divano, la scrivania, la sempre interessante lettura; e, soprattutto, sempre quella stessa buona moglie, amata e amorosa, con butti i suoi difetti d'esalta2iione,di sventatezza a dispetto degH anni, ma ottima donna, vero cuor d'oro, amico migliore d'ogni amico, anzi proprio un alter ego, che gli recava varietà alla monotona solitudine del suo ego. S'era assopito ll nel suo studio; fu la moglie a destarlo. - Ah, scusami: non c.redevo che tu dormissi. - Oh che danno! Gra2iie, anzi, che sei venuta. I bambini li ho visti. Tu come stai? - Come vuoi che stia, io sto benissimo! Si scambiarono un bacio. Egli s'avvide che pareva agitata di qualche cosa, ma questo le avveniva spesso: e perciò, come faceva ogni volta che se ne avvedeva, fece mostra di non avvedersi di nulla, e si mise a raccontarle del suo viaggio. - Be', e il nostro Njeustròjev, poi, è partito? - Credo che sia partito. Infatti... - Come mai tu non l'hai trattenuto? - E che potevo fare, io? - esclamò lei. « Dio mio, come sono r,1pugnante... » pensava intanto di se stessa. « Ah, come sono abominevole, - pensava di se stesso Ivàn Fjòdorovic, - a essermi permesso certi pensieri su lei, che potesse farsi vincere da una simpatia per foi! Sì, siamo davvero abominevoli, noi che abbiamo fatto una vita poco castigata in gioventù! Bah, c'è poco da fare! » - Scriverò a Misa: ci troverà qualche studente. - Già, bisognerà far cosi... Ecco il campanello della colazione: io vado. Vieni, tu? 64 Biblioteca Gino Bianco
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