Diario - anno III - n. 4 - gennaio 1987

- Già, e neppure fino alla soglia se Dio non voglia, nevvero? Sl sl, tutte cose che sappiamo a memoria! - No che non le sai! Non le sari, perché non conosci Dio. Non sai mica, tu, che cosa è Dio. E Solovjòv incominciò ad esporre diffusamente il suo concetto di Dio, come se non fossero le due dopo mezzanotte, e non lo avessero destato nel bel mezzo del primo sonno, e non si trovasse a faccia a faccia con un uomo col quale già aveva parlato di questo decine di volte, un uomo che sapeva impermeabile (come lo definiva lui stesso) all'umore della religiosità. Ascoltava, Njeustròjev, e sorrideva. Ma Solovjòv continuava a parlare, a parlare. Egli sapeva che Njeustròjev era chiamato a compiere un'azione rivoluzionaria, e sebbene non si fosse rifiutato di far da intermediario fra lui e i suoi compagni, si considera.va in dovere di fare tutto quel che poteva per dissuaderlo. Njeustròjev lo ascoltava, sorridendo di quando in quando. E non appena Solovjòv fece una pausa, gli disse: - Tutte queste cose stanno bene in bocca a te, che t'aspetti un bel premio, ecco, da quelle Il, - e accennò alle icone; - ma a noialtri, cosa vuoi, non resta che fare quel che si può, intanto che si è a questo mondo: e farlo a vantaggio non di noi stessi... Solovjòv, in quel momento, stava arrotolandosi una sigaretta. - Tu dici, - accalorandosi proruppe Solovjòv, - che il mio premio è lassù, - e accennò al soffitto. - No, caro, il mio premio ecco dov'è! - e col pugno si picchiò sul petto. - Qui è il premio mio: e quanto a quello che faccio, io lo faccio non per gli altri (vadano al diavolo, gli «altri»!) ma per Dio e per me stesso, per quel me stesso, ch'è tutt'uno con Dio. E s'era accesa la sigaretta, e avidamente cominciò ad aspirarla. - Bah, codesta metafisica supera le mie forze. Sicché, vedrò di fare un sonellino. - Dormi, dormi pure. 56 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==