E Jegòr aveva allargato sempre più la sua comprensione del mondo, e, quando era uscito di prigione, s'era allontanato dai suoi compagni di prima, e aveva incominciato a vivere .in tutt'altro mo- .do. Al posto di prima non lo avevano ripreso, e lui era tornato a lavorare in campagna. E tutto sarebbe andato bene, se non fosse stato che, ormai, Jegòr non poteva più, come un tempo, uniformarsi a tutte le usanze della religione: non andava più in chiesa, non osservava i digiuni, non si faceva neppure il segno della croce. E quando il padre e la madre lo rimproveravano, cercava di renderne loro ragione: ma quelli non capivano. Anzi, una volta, il padre, ubriaco, lo picchiò perfino. Jegòr s'era dominato, ma aveva di nuovo chiesto il permesso di andarsene a Mosca, ed era ripartito. A Mosca, per un pezzo, era stato senza trovar lavoro, e quindi non aveva potuto mandare nulla a casa: il padre, però, s'era inquietato, e gli aveva scritto cosl: nelle prime righe della mia lettera al caro figlio mio Jegòr I vànov da parte della vostra mamma Avdòtja Ivànovna io ti mando la mia materna benedizione che può servire fino alla tomba della vostra vita per sempre inalterabile e ti mando i più rispettosi saluti e ti auguro di star sempre bene con buona fortuna al caro fratello nostro Jegòr Ivànovic da parte delle vostre sorelline varavàra e anna e Aleksàndra ivànovy noi ti mandiamo il nostro rispettoso saluto e ti auguriamo di stare bene al mio caro marito Jegòr Ivànov da parte della vostra moglie varvàra michàjlovna insieme con la figlietta nostra katerfna jegòrovna io ti mando il mio ossequio di moglie il più rispettoso saluto e ti auguro di stare bene e sempre con ottima fortuna mio caro figlio Jegòr I vànovic appena ricevi questa mia lettera Porta via tua moglie e Sgombera casa mia che lei non si veda più Altrimenti con lei non ci posso vivere e lei s'è lamentata coi suoi parenti dicendo che io la tratto male perché tu non mandi i soldi e le tolgo tuttipanni che noi abbiamo comprato e hanno Svergognato mia sorella davanti a tutto il paese lanno presa per zimbello. E invece io non ne so niente Io a lei non ho fatto parola nedisoldi nedipanni. E cosi se tu non la porti via per coscienza tua la scaccerò fuori che non si veda piì1 qua dentro questa settimana stessa voglio la casa Sgombera Eppoi ho fatto pure la citazione al commissario che tu ti presenti in questura. Ricevuta questa lettera, Jegòr era tornato a casa: e, ascoltate in silenzio le invettive del padre e le lamentele della moglie, a piedi s'era avviato in città, per presentarsi in questura. 50 Biblioteca Gino Bianco
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