III. La famiglia di Jegòr Kuzmfn si componeva del padre, uomo già avanti negli anni e dedito a,lbere, e d'un fratello più piccolo, e della mamma vecchierella, e della giovane moglie di lui, che gli avevano fatto sposare quando aveva soltanto diciott'anni. Da lavorare, quindi, per lui ce n'era molto. Ma il lavoro non lo angustiava: e, come del resto tutti gli uomini, in modo magari inconsapevole, lo amava, il lavoro dei campi. Era però una persona capace di attività intellettuale: a scuola era stato un bravo allievo, e profittava d'ogni ora di riposo, specialmente l'inverno, per leggere. Il maestro gli s'era affezionato, e gli aveva dato a leggere libri vari, di cultura e di scienza (sia di scienze naturali, sia di asttonomia); e quando aveva ancora soltanto diciassette anni, nella sua anima s'era determinato un rivolgimento, che aveva mutato da cima a fondo i suoi rapporti con quanto lo circondava. D'1m~rovviso gli s'era svelata, completamente nuova per lui, una fede da cui era rimasto distrutto tutto ciò in oui credeva fino allora: gli s'era svelata la sfera del pensiero r~ionale. Non lo aveva colpito ciò che, per solito, coLpiscele persone del popolo quando si svela loro il dominio della scienza: la grandezza del mondo, le distanze e le dimensioni degli astri; e neppure la profondità delle indagini, l'ingegnosità delle congetture; ma lo aveva colpito, soprattutto, il pensiero razionale, riconosciuto obbligatorio per ogni genere di conoscenza. Lo aveva colpito il fatto che si sia tenuti a credere, non già a quel che i vecchi raccontano, non a quello che dice il' pop, e neppure a quello che sta scritto su tutti i libri che volete, ma unicamente a quello che dice la ragione. Questa era stata una scoperta che aveva mutato tutta la sua visione del mondo, e di conseguenza anche tutta la sua vita. Poco tempo dopo, erano venuti a trovarlo, in ferie da Mosca, dove stavano occupati in una fabbrica, dei giovani del suo villaggio, portandogli libri rivoluzionari e discorsi libertari. I libri erano: L'impresa d'un soldato, Lo zar-fame, La favola dei quattro fratelli e Ragni e mosche. E questi libri avevano agito su lui, ormai, con forza particolare. Essi gli spiegavano in modo sistemat~co il significato di ciò che non solo vedeva e capiva, ma si sentiva gravare sopra le Biblioteca Gino Bianco
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