Diario - anno III - n. 4 - gennaio 1987

Nella vita, discutendo, chiacchierando, riusciva estremamente simpatico, e aveva l'arte di richiamare a proposito una citazione, un aneddoto. Eppoi era pieno d'arguzia, sapeva scherzare, vi raccontava le cose più buffe con un'aria posata e grave. Gli piaceva la caccia e ogni specie di giuochi: gli scacchi, le carte; ed era un buon giocatore. II. Mentre sbrigava le pratiche col segretario, entrò il presidente della delegazione permanente dell'assemblea provinciale, un reazionario a oltranza,. col quale però, nonostante la diversità delle convinzioni, Porchunov era in ottimi rapporti. Quindi sopravvenne il dottore, di convinzioni diametralmente opposte all'altro: democratico, anzi quasi rivoluzionario. Con quest'ultimo, Porchunov era in rapporti ancora migliori; e, pigliandolo bonariamente in giro, gli domandava, ogni tanto, se fosse prossimo l'avvento della repubblica socialista russa: al che il dottore rispondeva pure scherzando. - Ebbene, Ivàn Ivànovic (cosi si chiamava il presidente della delegazione), quando giocate, adesso, non vi fate più sorprendere, come quella volta, senza sei? Ma bando agli scherzi, è ora d'incominciare. Daffare ne abbiamo un subisso! - È ora, si. - Soltanto, avrei per tutt'e due, amabili collaboratori, una preghiera da farvi: vi spiego di che si tratta, e poi subito al consiglio di leva-. E alla domanda del dottore, di che cosa si trattasse, Porchunov spiegò che, in casa sua, lo studente che faceva da istitutore ai ragazzi voleva andarsene, e cosi avrebbe avuto bisogno d'un istitutore. - So, - e si rivolgeva al presidente della delegazione, - che voi avete delle conoscenze in questo campo; e voi ugualmente, - e si rivolgeva al dottore. - Sicché, non vi sarebbe possibil presentarmi qualcuno? - Ma sapete, i conoscenti miei sono troppo, come dire ... progressisti, per voi! 4.3 Biblioteca Gino Bianco

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