tregua, di divenire il più colto possibile, si sforzava d'essere il più possibile probo, benevolo, equo. Cosicché l'indice visibile dell'opinione ch'egli aveva di se stesso risultava assai basso, in Ivàn Fjòdorovic; e a tutti quelli con cui entrava in rapporto, veniva ad apparire proprio tale, quale doveva e non poteva che essere il sempre cortese, benevolo, probo, equo Ivàn Fjòdorovic. La vita che Ivàn Fjòdorovic conduceva, a giudicarla secondo le visuali di quella sfera in cui egli viveva, era moralmente corretta: non commetteva infedeltà verso la moglie, non faceva bagordi (l'epoca dei bagordi era passata per lui molto presto, fin da quando risiedeva a Kfev prima dol matrimonio); coi contadini dei suoi possedimenti, e coi lavoratori in genere, limitava la s·everità a quanto era strettamente indispensabile perché l'azienda potesse tirare innanzi. Per ciò che toccava la politica, era un conservatore illuminato, stimando preferibile arrecare all'ordine costituito la sua parte d'illuminata influenza liberale, piuttosto che desiderare quello che non esiste, condannar tutti e tutto, eppoi, personalmente, non partecipare alla vita pubblica. Sarebbe dovuto già essere deputato alla Dieta, se non fosse spuntato fuori un candidato più attraente per gli elettori, un ex professore, buon oratore, ch'era riuscito eletto al posto d'Ivàn Fjodorovic. Quanto al punto centrale d'ogni uomo, il problema religioso, Ivàn Fjòdorovic era, anche qui, un illuminato conservatore. Seppure, circa i dogmi della chiesa ortodossa, egli ammetteva, da un punto di vista scientifico, un'indagine specialmente storica, non si permetteva ombra di dubbi sulle questioni di fede, ed era molto ben ferrato in questo campo. Ma si manteneva riservato in sommo grado anche a proposito dei dogmi stessi. Qualsiasi critica sentisse farne conversando, o ne leggesse ,sui libri, la lasciava cadere nel silenzio. Nella vita pratica, poi, regolarmente, e anzi irreprensibilmente, adempiva a tutti i precetti della chiesa, non solo per quanto riguarda l'osservanza dei sacramenti, ma fino ai segni di croce in determinate circostanze, e alla quotidiana preghiera mattutina e serale, ch'era ancora quella insegnatagli dalla madre. Si può dire, insomma, che con particolare cautela egli badasse a preservare quella base, sulla quale è naturale che poggi l'edificio della vita umana: ma che, personalmente, non vi si collocasse sopra, quasi che nutrisse qualche dubbio sulla sua solidità. Bi~1oteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==