Diario - anno III - n. 4 - gennaio 1987

LEv ToLsTòJ NON CI SONO COLPEVOLI A QUESTO MONDO Parte prima I. Porchunov, Ivàn Fjòdorovic, maresciallo della nobiltà d'un grosso, ricco distretto d'uno dei governatorati grandi-russi, ieri a tarda sera era arrivato dalla campagna nel capoluogo del distretto, e, dopo aver dormito nel suo appartamento di città, alle undici del mattino s'era presentato in ufficio. Daffare ce n'era a bizzeffe: assemblea provinciale, camera di tutela, consiglio di leva, comitati sanitario e carcerario, patronato scolastico. Porchunov era un discendente dell'antica famiglia dei Porchunov, che avevano avuto fin da epoca remota il possesso del grosso borgo di Nikòlskoje-Porchunov. Era stato educato nel Corpo dei Paggi, ma, anziché avviarsi alla carriera militare, era entrato all'università, e qui aveva compiuto gli studi della facoltà di lettere. Quindi aveva tenuto, per breve tempo, un impiego .presso il governatore di Kiev; in quella città aveva fatto un matrimonio d'amore con una ragazza, inferiore a lui per posizione sociale e pr.iva di dote, la baronessa Klod; era andato a riposo, e s'era ritirato nella sua campagna, dove subito, a1le prime elezioni, lo avevano eletto maresciallo della nobiltà: carica che ormai ricopriva per il terzo triennio. Porchunov era un uomo, non solo intelligente, ma colto; leggeva moltissimo, e godeva d'una grande memoria e della facoltà d'esprimere le idee con chiarezza e concisione. Ma la maggiore delle sue buone doti, quella che gli conciliava una quasi universale simpatia, era la modestia. L'opinione ch'egli aveva di se stesso, delle sue qualità sociali {cultura, probità, benevolenza, equità), era oltremodo discreta, appunto perché di continuo si sforzava, senza darsi 41 Biblioteca Gino Bianco

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