Misterioso. C'era in lui certamente qualcòsa. Qualcosa di indefinibile e di misterioso. Altrimenti perché mai avrebbe letto tutti quei libri? Non solo li aveva letti, ma li riassumeva, li citava, li manipolava in continuazione. Tutto questo inorgoglì i suoi genitori, intimidì i docenti, spaventò i rivali. Uno cosl (pensavano) farà molta strada. Di sé non parlava mai. Era come se non esistesse (come persona, come singolo) ai propri stessi occhi. Il suo misterioso qualcosa consisteva in questo: ciò che diceva non era mai del tutto chiaro, ma suonava chiaramente come un amminimento contro chi, per caso, avesse cercato la chiarezza. E chi, dopotutto, non la cerca? La sua carriera fu rapida, ma ebbe questo di particolare: era solo l'ammirazione sgomenta del pubblico a fornire un apparente significato a quello che lui diceva. Il tempo passava, il mistero rimaneva insondato: ma accettarlo e farlo proprio era più confortevole, in fondo, che sentirsene oppressi e offesi. Nessuno si crede volentieri oppresso e offeso, anche se lo è. E poi ogni stagione ha i suoi misteri, che nessuno chiarirà mai. Se scriveva tanto, pensavano: è un genio perché scrive tanto. Se invece scriveva poco, pensavano: se scrive poco, non può essere che un genio. Ma lui che cosa pensava? Il vero mistero era qui. Da questo µiistero avrebbe potuto anche nascere un dramma: cosa che non avvenne mai. Avere una fine drammatica gli era sempre sembrato ridicolo, e un genio (pensava) ridicolo non è mai. Bra solito dire di sé: da tutto questo io disto anni luce! Non era un megalomane. Concepiva se stesso come una galassia. ( ... ) In lui c'era certamente qualcosa: qualcosa di tanto noioso che neppure il ridicolo si degnò mai di sfiorarlo. Laico. Diceva: « Poche storie, ragazzi. Chi vince, vince. Ma chi perde, perde. È come aUa televisione, è come nel gioco del calcio. Lamentarsi è da perdenti. Recriminare è da ottusi. Bisogna essere calcisticamente all'altezza della situazione! E quelli che più mi indignano sono i perdenti e gli ottusi. Gli ottusi però mi fanno comodo: posso sempre spiegare loro come stanno le cose, e questa (lo confesso) è la cosa che faccio più volentieri. Il mio metodo è 33 Biblioteca Gino Bianco
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