sempre almeno cercato di fingere un rapporto col fatto. Il lettore dovrebbe credere di capire qualcosa, farsi un'idea, vera o falsa che sia. Ora, dopo i fatti, è diventata superflua anche la notizia. Quel che accade è l'articolo. Fonti: 1) « Corriere della sera», 23.9.86, p. 7, articolo su sette colonne di Antonio Morra; 2) id., 25.9.86, p. 5, articolo su sette colonne di Antonio Giovannini; 3) id., 26.9.86, p. 9, articolo su cinque colonne dello stesso; 4) « la Repubblica», 25.9.86, p. 35, articolo su cinque colonne di Paola Cascella; 5) id., 26.9.86, p. 31, articolo su cinque colonne della stessa. In autostrada. Sorpasso un camion carico di onesti, ignari maiali (verosimilmente portati al macello). Subito dopo, un'auto con fa. migliola in vacanza. Davanti i genitori, muti, l'occhio fisso all'asfalto. Dietro, tra fagotti e valigie, due ragazzini assorbiti da bibite e fumetti. Unica voce, la radio. Sul tetto, con altri bagagli, una motocicletta. Chi sono i bruti? Chi consuma più di quel che produce? Chi merita di vivere? Si vorrebbe che il rigore proibizionistico dei medici (niente caffè, niente alcool, niente grassi, per lei il tabacco è veleno ecc.) fosse applicato anche alla sfera dei rapporti sociali: si astenga da sua moglie (da suo marito) per almeno un anno; assoluta proibizione di vedere i genitori (i figli); ogni incontro con quell'amico, quel socio, quel collega, per lei è veleno... (Circa le cause di tanti imbarazzi di stomaco, cefalee ecc., non domandarti che cosa hai mangiato o bevuto, ma con chi...) Biblioteca Gino Bianco 11
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