4 P. G. Bellocchio, La donna delle pu• lizie. A. Berardinelli, asi culturali. L. Tolstòi, on ci ono colpevoli.
• • a Rivista di Piergiorgio Bellocchio e Alfonso Berardinelli Anno III, n. 4, gennaio 1987 Sommario PiergiorgioBellocchio, La donna delle pulizie Alfonso Berardinelli, Casi culturali Lev Tolstòj, Non ci sono colpevoli a questo mondo 3 27 41 Redazione: c/o Piergiorgio Bellocchio, via Poggiali 41, 29100 Piacenza. Tel. 0523/23849. Alfonso Berardinelli, via Dall'Ongaro 83, 00152 Roma. Amministrazione: Editrice Vicolo del Pavone Soc. Coop. a r. l., via Romagnosi 80, 29100 Piacenza. Tel. 0523/22777. Questo numero: lire 5.000. Abbonamento a 4 numeri: ordinario lire 20.000; sostenitore lire 30.000; benemerito, da 50.000 a 100.000 lire. Per l'estero, lire 30.000. Versamenti sul c.c.p. n. 10697290 intestato a «Diario», via Poggiali 41. 29100 Piacenza. Chi si abbona precisi sempre da quale numero intende far decorrere l'abbonamento: se dall'ultimo o da quello di prossima uscita. Trimestrale. Autorizzazione del Tribunale di Piacenza n. 352 del 6/6/1985. Direttore responsabile: Piergiorgio Bellocchio. Stampa: Editr. Vicolo del Pavone. Non contiene pubblicità. Spedizione in abbonamento postale, gruppo IV - 70% - 1/1987. Biblioteca Gino Bianco
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LA OONNA DELLE PULIZIE - Ho un gran bisogno di urlare. -? - Devo sfogarmi, capisce? Se permette, urlo. - Prego. - Ahhhhhhhhh! !!! ! (Pausa) Mi ha fatto veramente bene. - Ne sono lieto. - Non sembra convinto... Non mi crede? - Non mi permetterei mai... - Perché non urla anche lei? - ? - È felice? Si sente realizzato? - Cosa vuole che le dica... mica tanto ... - E allora forza: urli. - ? - Ci ha mai provato? - Mai. - E che aspetta ancora? Si sfoghi. Tentar non nuoce. Si liberi... - Ma non ne ho nessuna voglia. Non mi sembra il caso. - Sbaglia a reprimersi cosl... Si fidi di me, è un gran rimedio. Cosa le costa? Tenta·r non nuoce. Coraggio, si sblocchi, si liberi, si esprima. Per favore, urli. - Ahhhh!!! - Va meglio? - Mah... Né meglio né peggio di prima. Mi sento soltanto un po' più stupido. - Riprovi. Con più fiducia, abbandono... Tentar non nuoce. - Ritentare sl. Biblioteca Gino Bianco
C'è un film visto da ragazzo di cui ricordo soltanto l'inizio e la fine. Due momenti che mi hanno accompagnato per alcuni decenni con la tenace seduzione d'una epifania, rivelatrice e insieme misteriosa. Non ho più ritrovato il film, nessuno che me n'abbia saputo dire nulla, neanche il titolo. Riconoscendone il volto in altri film, ho solo saputo dare un nome ahl'attore che interpretava il protagonista: Paul Henreid. Egli deve sostituirsi a qualcuno di cui è il sosia, salvo per la mancanza di una cicatrice sulla guancia. Nella scena iniziale Henreid davanti allo specchio del bagno si produce con il rasoio la ferita che cicatrizzando perfezionerà fa sua nuova identità. Ma commette J'errore speculare di incidere J'altra guancia. Subito se ne rende conto. Dopo un momento di disperazione, decide di ag~re ugualmente ,secondo il ,piano rprestabilito. È un'impresa di spionaggio? criminale? È un eroe del bene o del male? Ho dimenticato totalmente il «contenuto», ciò che avveniva tra l'inizio e la fine. Ovviamente, il sale emotivo della storia è costituito dall'angoscia incessante che J'« errore » venga scoperto. Invece tutto fila Hscio: amici, colleghi, familiari, la donna amata, tutti lo scambiano con l'altro, senza mai accorger,si dell'elementare, lampante, decisivo dettaglio che smaschererebbe l'inganno. L'impresa riesce. Nell'ultima scena, Henreid esce dahl'edificio che è stata la base operativa dell'azione, in una luce livida d'alba o crepuscolo, e incontra nell'atrio la donna delle pulizie che ista lavando ginocchioni il pavimento. Si ferma a salutar.la, come sempre. E lei, drizzando la schiena e fissandolo dal basso: « Permette? È da molto che voglio dirglielo. Non riesco a togliermi dalla testa che la cicatrice prima fosse sull'altra guancia... » Henreid si abbassa verso la donna e le rivolge un lungo, affettuoso sorriso di gratitudine. Poi, senza fretta, si allontana. La donna lo segue un po' con lo sguardo e riprende a lavare il pavimento. - Le si fa carico di essere prigioniero di un'ottica irrimediabilmente provinciale ... - Provinciale? Oh, è molto peggio: personale. 4 BibliotecaGino Bianco
- Vorrei del formaggio, purché non sia scontato. Oltre ai salumi « in offerta speciale», ne avete di acquistabili a prezzo intero? Mi occorrono anche dentifricio e detersivo: ce n'è di qualche tipo che non conceda buoni-premio? Avete dei sottaceti con cui non si debba partecipare a un concorso? E dei biscotti che non implichino ca,rtoline da spedire o tagliandi da conservare fino a sommarne un deteiiminato numero onde fruire dell'omaggio di un vassoio o di quattro artistiche sottocoppe? Non volendo correre i1lrischio di vincere alcunché, è possibile acquistare della marmellata? Dice che se compro due pacchi di questa carta igienica, ho diritto a un terzo pacco gratis? Me ne dia un solo pacco. Anzi, me ne dia due pacchi di un'altra marca con cui non si abbia diritto a nulla. Avere ancora dei diritti, è troppo. L'ultima grande raffigurazione letteraria del Diavolo che io ricordi è quella del Doktor Faustus. Mann gli prestava i tratti equivoci del ciadatano, del ruffiano. Ma quello, per l'acquisto dell'anima, pagava molto bene: grande arte. Insomma, nonostante l'abito e i modi volgari, un connaisseur, un mecenate. Ora c'è un via vai frenetico di diavoletti. Petulanti moscerini, ce li hai addosso dappertutto: sui giornali, in tv, al bar, in ascensore, al gabinetto ... Portano giacche di tweed sui blue-jeans, occhiali, barba e pipa, viaggiano molto al1l'estero,insegnano all'università (per tenere a distanza e umiliare il tentatore, l'eroe manniano gli rinfacciava spregiosamente di « aver J'aria di uno che non ha mai frequentato l'università»: altri tempi!). Pagano malissimo: pubblicazioni, concorsi, collaborazioni, chiacchiere, spiccioli, patacche. Vero è che non ci sono più anime da acquistare che valgano qualcosa. 5 Biblioteca Gino Bianco
- Provi questo prodotto. È precotto, premasticato, predigerito. DiecimHa lire. Un po' caro ,per essere merda bell'e fatta. - Però si risparmia un sacco di fatica. Vogliono sempre il bicchiere pieno. Sennò pèrdono la testa. Se il vino scarseggia, aggiungono acqua. Purché i,l ,livello si mantenga costante. Se il marxismo è in ribasso, si integra subito la perdita con un po' di spirituaHsmo, liberalismo, pensiero negativo ... Qualunque cosa. La democrazia delude? Metti un po' di decisionismo, reaganismo, fascismo ... L'avanguardia non rende? Si torna a investire in valori tradizionali. Il pensiero forte segna il passo? Si promuove il pensiero debole. E viceversa. Passando dal mercato delle idee ai problemi di reddito e status, la regola non cambia. Se cessano la collaborazione al « Corriere » è solo per passare alla « Repubblica », se lasciano l'« Espresso» è per traslocare a «Panorama». E viceversa. Non lo vedi più sulla Prima Rete? Prova la Seconda, la Terza, Canale Cinque ... Sta pur certo che lo ritrovi. Il peccato mortale è l'assenza. Inconcepibile. Non si ammettono vuoti. Le rarissime pause sono programmate, annunciate, senza sospensione di stipendio. Produttive. Se ,staccano per qualche mese, è per scrivere un libro. Non mi riferisco a forsennati arrampicatori, a mostri d'ambizione. Parlo di intehlettuali medi, alcuni anche non spregevoli. Hanno bisogno di stare a una certa quota. Raggiunta la quale, se anche non si può o non si vuole andare più avanti, indietro non si torna mai. - Ho sempre finito per ottenere quello che volevo. E lei? - Anch'io, in un certo senso. Non ho mai voluto niente. 6 Biblioteca Gino Bianco
- Perché non si ,toglie i calzoni? ? Lo fanno tutti. Perché lei no? ?? Ha qualcosa da nascondere? Ha le mutande sporche? Ha paura che 11suo pisello sfiguri? ??? Si vergogna? Sl. L'arcinoto mistero del « braccio di ferro » tra ,personale docente e non docente, studenti e genitori dell'Itc « Marconi », da una parte, e la « preside di ferro », dall'altra, con la partecipazione di Cgil, Cisl, Uil, Snails, Provveditorato agli studi, Ministero dela pubblica istruzione ecc. Incuriosito abbastanza casualmente da un primo articolo sulla vicenda della « preside di ferro», ne ho seguito gli svifoppi sulla stampa per tre giorni. Dopo la lettura di cinque articoli ampi e dettagliati, ho rinunciato a capire. Il breve montagggio che segue è composto unicamente di frasi tratte da questi articoli. Nella scelta, ho cercato disperatamente di non omettere alcun :possibile riferimento al,le cause e alle ragioni delll'asper.rima contesa, peraltro irreperibili . ... A scuola come in trincea. Maria Antonietta Maceri, la « preside di ferro», non molla. Ieri, primo giorno di lezioni, ha accolto studenti e insegnanti all'ingresso dell'Istituto tecnico commerciale « Marconi » di Bologna. Più aspro il rapporto con i docenti aderenti a Cgil, Cisl, Uil, che domani si riuniranno in assemblea. Ha davanti un anno di contestazione, però lo Snals è dalla sua parte ... ... Molti non si aspettavano di vederla. È reduce da una « vittoria » sul ministro Falcucci che l'aveva « invitata » a lasciare Bologna a favore di un incarico romano, per chiudere proteste e polemiche. Lei ha preferito restare nella capitale emiliana a continuare la sua lotta « per una scuola più seria, che formi i cittadini del domani» ... 7 Biblioteca Gino Bianco
... « Nell'istituto vigeva e tenta di sopravvivere il terrorismo scolastico » aveva sostenuto la « preside di ferro », e alle polemiche più recenti aveva replicato affermando fra l'altro che « l'abile gioco di prevaricazione e ricatti ha portato alla sovversione e al disordine »... ... La polemica è incancrenita, le parti non si capiscono più. Sarà un anno scolastico alla cicuta ... ... Gli studenti si preparano alla contestazione. Dice una brunetta in jeans: « Ci crea un sacco di problemi che prima non c'erano. Per questo protestiamo »... ... L'albo sindacale della scuola è zeppo di comunicati che raccontano di divisioni, ricongiungimenti, posizioni morbide e durissime. Domani gli insegnanti aderenti a Cgil, Cisl e Uil terranno un'assemblea ... ... « Qualcosa succederà di certo » sostiene il professor Bruno Moretto, giovane insegnante, leader della Cgil e feroce avversario della « preside di ferro »... ... Anche uno sciopero? « Può darsi» risponde il professor Moretto. « Avevamo cercato subito un confronto che non è stato mai possibile» ... ... Gli insegnanti della contestazione si fanno forza con i decreti delegati e con la solidarietà di molti genitori ... ... Contro la « preside di ferro » una raffica di agitazioni e un « libro bianco ». Genitori e sindacati implacabili: via la « preside di ferro». Adesso il caso sta diventando il pretesto per una guerra fra le rappre- · sentanze scolastiche. Lo Snals sfida i confederali ... ... Ecco l'odierna puntata dell'arcinoto caso «Marconi». L'« affaire » si arricchisce di nuovi colpi di scena. Se entro una settimana il ministero della Pubblica Istruzione non avrà preso una decisione definitiva sul caso della preside dell'Itc « Marconi» di Bologna, il personale docente e non docente di Cgil-Cisl-Uil comincerà dal primo ottobre uno sciopero articolato per materie e per uffici. Lo ha stabilito ieri un'assemblea promossa in orario di servizio e alla quale hanno preso parte un'ottantina di persone, tra cui quasi tutto il personale di segreteria ... ... « La partecipazione e la solidarietà dimostrate dal personale non docente alla nostra convocazione - rileva Bruno Moretto, insegnante e responsabile della sezione sindacale Cgil all'interno dell'istituto - sono molto significative» ... ... Il documento stilato al termine della riunione - che ha ottenuto 60 voti favorevoli, 5 contrari e un'astensione - è stringato e duro. In 40' righe si denuncia come « colpevole e irresponsabile » il comportamento dell'amministrazione scolastica, « che pur riconoscendo tramite il provveditore, Enzo Martinelli, le incapacità direzionali della preside e il rischio di ingovernabilità della situazione, non è stata capace in un anno intero di trovare una soluzione definitiva al problema della direzione dell'istituto »... ... « La situazione è sempre più precaria - prosegue la nota - e 8 Biblioteca Gino Bianco
un altro anno di conduzione secondo le linee della presidenza Maceri porterebbero allo sfacelo defin~tivo»... ... Il documento di ieri si è rifatto ad una nota emessa il 5 maggio scorso dalle segreterie provinciali Cgil-Cisl-Uil (e allora anche dallo Snals, oggi a fianco della Maceri), laddove si affermava « l'impossibilità di una ricomposizione tra le parti» ... ... La nota redatta al termine della riunione - che traduce nero su bianco una rinnovata identità di vedute tra i sindacati confederali sulla vicenda Maceri - è stata inviata alle sezioni sindacali di tutti gli istituti cittadini... ... Contemporaneamente al documento Cgil-Cisl-Uil, lo Snals ha diffuso una dichiarazione del segretario generale Mino Gallotta, in cui si esprime piena solidarietà alla Maceri, si denuncia « il clima d'intolleranza politico-ideologica che da qualche tempo turba il sereno svolgimento dell'attività scolastica », si accusa « quel rigurgito di stampo sessantottino che tenta di ostacolare il recupero di serietà e credibilità della scuola italiana », si rileva l'urgenza di « individuare soluzioni equilibrate ma ferme che ristabiliscano il clima di collaborazione e produttività necessario all'attività didattica» ... ... La preside, contattata nel pomeriggio dai giornalisti, ha ribadito: « Io non mi muovo» ... ... Intanto gli studenti annunciano per lunedì prossimo un « mega volantino » (o « volantone ») nel quale, con l'aiuto di genitori e insegnanti, vogliono raccontare l'incredibile caso della scuola. E promettono nuove misure di lotta ... ... Anche i genitori riprendono posto in trincea, dove già sono stati per un anno, fino all'inizio delle vacanze estive. Hanno preparato un « libro bianco » che sarà disponibile ai primi d'ottobre ... ... Il dossier raccoglie in circa duecento pagine le prese di posizione di partiti e sindacati, i documenti del comitato genitori, una dettagliata rassegna stampa, i testi di tre interpellanze parlamentari e della discussione di marzo in consiglio comunale: insomma il travaglio di un intero anno, che rischia di mandare allo sfascio un istituto completamente sano... ... È la testimonianza - scrivono - di come si distrugge la scuola pubblica. È il caso emblematico... ... Il futuro dell'Itc e quello della professoressa Maceri resta legato a molti « si dice». Trasferimento d'ufficio? Comandata? Di fronte a un aut aut? Invitata ma riottosa? Tutto è avvolto nel mistero ... ... Risolto il caso della « preside di ferro ». La Maceri ha deciso: lascia. Farà la sindacalista. Ora ritorna la pace... ... Sarà una « sindacalista di ferro » la preside Maria Antonietta Maceri? Ha accettato l'invito dello Snals ad assumere un importante incarico di studio e collaborazione all'interno dell'organizzazione... BibliotecaGino Bianco 9
... Unico strascico che si porterà dietro nella sua nuova carriera di sindacalista, le accuse di omissione di atti d'ufficio, occultamento di atti e interruzione di pubblico servizio, delle quali dovrà rispondere al sostituto procuratore Claudio Nunziata ... ... Rientrano a questo punto gli scioperi programmati. La Cgil-Scuola si dice soddisfatta della soluzione « che dimostra come sia possibile lottare per una scuola migliore ». La Cgil resta critica tuttavia nei confronti dello Snals... ... I legali degli autonomi stanno analizzando al microscopio la lunga stagione di lotta dell'Itc « Marconi », per separare gli innocenti dai colpevoli. « Ma - dice il segretario provinciale Raffaele Antonucci - per noi sono chiare fin d'ora le responsabilità di Martinelli». Secondo lo Snals, il provveditore non avrebbe vigilato abbastanza... ... Al Ministero della Pubblica Istruzione l'imprevista e improvvisa soluzione sarebbe stata vista di buon occhio, non avendo portato a soluzioni cruente ... Abbiamo le sigle: Itc, Cgil, Cisl, Uil, Snals... Abbondano ruoli, istituti e categorie: insegnanti, perisonale non docente, presidi, studenti, genitori, bidelli, sindacalisti, segretari, comitati, sezioni, procura, ministero, parlamento, consiglio comuna:le, provveditorato ... C'è dovizia di forme: contestazioni, proteste, denunce, comunicati, polemiche, lotte, scioperi articolati, consigli, riunioni, assemblee, mega-volantini o volantoni, prese di posizione, discussioni, interpellanze... Straripano le formule: souola 1seria,scuola moderna, scuola autoritaria, scuola democratica, r,esponsabilità, vigi,lanza, confronto (disponibi:lità o meno al), solidarietà, partecipazione, identità di vedute, sereno svolgimento dell'attività scolastica, recupero di serietà e credibilità, soluzioni equilibrate ma ferme, clima di collaborazione, impossibiilitàdi ricomposizione tra le parti, rischio di ingovernabilità, sfascio... C'è tutto. Anche l'inconfondibile stile giornalistico, attraverso immagini e stilemi di graffiante a1lusività e robusta efficacia: ferro, guerra, pace, trincea, raffica, vittoria, sconfitta, via crucis, sfida, cicuta, colpi di scena, nero su bianco, mistero, soluzioni cruente ... C'è tutto. Mancano solo i contenuti. Insomma, quanto ci permetterebbe di capire che cosa precisamente è successo e perché (ammesso che qualcosa sia successo). È vero che da quando esistono i giornali, i fatti sono stati' sostituiti dalle notizie. Ma la notizia ha BibTiitecaGino Bianco
sempre almeno cercato di fingere un rapporto col fatto. Il lettore dovrebbe credere di capire qualcosa, farsi un'idea, vera o falsa che sia. Ora, dopo i fatti, è diventata superflua anche la notizia. Quel che accade è l'articolo. Fonti: 1) « Corriere della sera», 23.9.86, p. 7, articolo su sette colonne di Antonio Morra; 2) id., 25.9.86, p. 5, articolo su sette colonne di Antonio Giovannini; 3) id., 26.9.86, p. 9, articolo su cinque colonne dello stesso; 4) « la Repubblica», 25.9.86, p. 35, articolo su cinque colonne di Paola Cascella; 5) id., 26.9.86, p. 31, articolo su cinque colonne della stessa. In autostrada. Sorpasso un camion carico di onesti, ignari maiali (verosimilmente portati al macello). Subito dopo, un'auto con fa. migliola in vacanza. Davanti i genitori, muti, l'occhio fisso all'asfalto. Dietro, tra fagotti e valigie, due ragazzini assorbiti da bibite e fumetti. Unica voce, la radio. Sul tetto, con altri bagagli, una motocicletta. Chi sono i bruti? Chi consuma più di quel che produce? Chi merita di vivere? Si vorrebbe che il rigore proibizionistico dei medici (niente caffè, niente alcool, niente grassi, per lei il tabacco è veleno ecc.) fosse applicato anche alla sfera dei rapporti sociali: si astenga da sua moglie (da suo marito) per almeno un anno; assoluta proibizione di vedere i genitori (i figli); ogni incontro con quell'amico, quel socio, quel collega, per lei è veleno... (Circa le cause di tanti imbarazzi di stomaco, cefalee ecc., non domandarti che cosa hai mangiato o bevuto, ma con chi...) Biblioteca Gino Bianco 11
A. - Vuoil gustare un buon piatto di cacca? Ventimila lire. B. - No, grazie. A. - La trova cara? Ne vale la pena, mi creda. È internazionale. B. - Grazie, no. Neanche se fosse gratis. A. - La solita storia della vo1pe e J'uva! Solo perché la sua cacca non la vuole nessuno ... B. - Veramente, io non vendo cacca, né mia né di altri. A. - Se gliela pagassero, vorrei vedere ... La venderebbe di corsa. B. - Non ci ho mai nemmeno pensato. Credo che mi vergognerei. A. - Lo vada a raccontare a un altro! Dicono tutti cosi, quelli che non ci riescono. Sopraggiunge C. A. - Vuole un bel piatto di cacca? Ventimila lire. C. è perplesso. A. - È un successo internazionale. C. (a B.) - Lei cosa ne dice? B. - Internazionale o no, la cacca -resta cacca. A. - Non gli badi a quello. Tutta invidia! Non ha argomenti. Tutto quello che sa dire, poveretto, è che la cacca non gli piace ... Ma ill fatto che se ne venda tantissima e dappertutto non prova forse che è ,roba di qualità? La gente paga per averla, mica la regaliamo: non è anche questa una garanzia? E che poi qualche provinciale invidioso storca la bocca, faccia iJ difficile, è 'la conferma finale, il sigillo definitivo de1la superiorità del prodotto. Cosa vuole di più? Sono talmente divorati dall'invidia che, per non schiattare, non gli resta che parlarne bene. Biblrc5tecaGino Bianco
Quando ero ancora un ammiratore entusiasta di Joyce (non discuto la sua statura: certo è che da vent'anni almeno non ho più sentito il bisogno di riprenderlo in mano), ricordo la mia delusione leggendo la sua frase riportata nella biografia di Ellmann: « Quello che esigo dal mio lettore è che consacri la sua vita intera a leggermi ». Che pretesa puerile e sinistra! Il culto esclusivo non è affatto una garanzia di grandezza, e infatti ne hanno fruito anche figure mediocri. E quando pure viene tributato a opere indiscutibilmente grandi, produce solo dei devoti, dei maniaci. Come si sarebbe annoiato Stendhal se, un secolo dopo, fosse capitato a un simposio di « beylistes » ... DesiderabHe è solo l'ammirazione di coloro che sanno apprezzare anche altro. A chi gli chiedeva ,perché avesse scritto Finnegan's Wake in quel modo cosl disperatamente arduo: « Per occupare i critici per trecento anni ». Ma quelli non hanno mai chiesto di meglio! (Anche lui col pallino di creare nuovi posti di lavoro: all'università.) « Que les verses ne soient pas votre éternel emploi, Il faut savoir encore et converser et vivre. » (Boiileau, Art poétique) Lettera al giornale di un cittadino che protesta contro la presenza « incostituzionale » del crocifisso in un'aula giudiziaria. Il crocifisso dovrebbe sparire, aggiungo, anche da caserme, commissariati, uffici pubblici, scuole, facendo posto, che so, al ritratto del presidente della repubblica o altro simbolo dello stato. Prima ancora che in omaggio alla Costituizione, per rispetto della religione. Infatti, se l'imposizione del simbolo della religione cattolica fa torto ai cittadini d'altre confessioni o che non ne professano alcuna, ben più grave è 13 BibliotecaGino Bianco
l'offesa patita dal crocifisso, costretto a seguire arringhe, reqms1torie, verbalizzazioni, rilascio di certificati e altre noiosissime operazioni; quando pur non •si tratti di bassi traffici, accordi su tangenti, bustarelle ...; condannato ad assistere impotente a Jezioni, interrogazioni, compiti in classe, e perfino - estremo ludibrio - all'ora di religione... - C'è, secondo lei, in Italia lo spazio per una rivista come questa? -Mmm ... - Questa rivista nasce da una domanda? Vuol essere una risposta? Riflette una riflessione? - Bbb... - Apre una prospettiva? Si propone come punto di riferimento? luogo d'incontro? di dibattito? - Zzz... - Ritiene l'iniziativa al passo coi tempi? - Mio Dio! Speriamo di no. Con quali forze intendete confrontarvi? - Prrr ... - Qual'è la posizione della rivista nell'attuale discussione sulla fine delle ideologie, l'eclissi della politica, la crisi della progettualità, la morte dell'arte, la domanda di sacro? - Brrr ... - Come si colloca la rivista nel vasto e complesso panorama della pubblicistica culturale? - Grrr ... - Intendete assolvere un pubblico servizio? - Non siamo una latrina . . . . . . . . . • .. - Potremmo darci del tu? -No. - Non capisco... Non siamo forse colleghi? 14 Biblioteca Gino Bianco
-No. - Ho capito: non sarei alla sua altezza... - Non ha capito. Non è questione di altezza. La differenza che corre tra noi è d'ordine affatto diverso. Lei, per quello che scrive, la pagano. Io, per quello che scrivo, pago. Al Sig. ... Comune di *** UFFICIO PASSATEMPI IL SINDACO Visto l'estratto compilato, ai sensi del combinato disposto dell'art. 50 Legge 25-5-1970 n. 352 e dell'art. 75 del D.P.R. 30-3-1957, dalla locale Pretura e contenente l'elenco dei cittadini che non hanno giocato in occasione ddla lotteria del 9 Giugno 1985; Visto l'art. 115 del D.P.R. n. 361/75 sopra citato che prevede che il Sindaco notifichi ai cittadini che si sono astenuti dail gioco l'avvenuta inclusione nel sopra citato elenco; NOTIFICA aUa S.V. la sua inclusione nell'elenco di coloro che senza giustificato motivo si sono astenuti da.I gioco ndl'ultima lotteria del 9 Giugno 1985. Contro J'inclusione nel precitato elenco Bila potrà ricor-rere, ent-ro quindici giorni dalla scadenza del termine di pubblicazione (27 Giugno 1986), al Sig. Prefetto della Provincia di ***. IJ provvedimento del Prefetto ha carattere definitivo. Per il periodo di cinque anni la menzione « non ha giocato » è scritta nei certificati di buona condotta che vengono rilasciati a chi si è astenuto dal gioco senza giustificato motivo. ***, li 27 Maggio 1986 Biblioteca Gino Bianco IL SINDACO (firmato ... ) 15
- Guardi che non si tratta di Turani ma di Pirani. - Ah, si chiama Pirani? Non « si chiama »: è Pirani. -Ah. - Le faccio osservare che Il nome della rosa non è di Asor Rosa ma di Eco. - Alberto Eco... - Umberto Eco, prego. Alberto è Asor Rosa. Comunque, non ha nessuna importanza. Come sarebbe: non ha importanza? Si tratta sempre di due grossi inteilletruali, no? - Lei sta facendo molta confusione. Scambia Arbasino con Filippini, Ronchey con Reichlin, dà ad Aiello quel che è di Forcella, mi confonde Colletti con Strada, Satyricon con Tango, Aiazzone con Grappeggia ... - Io confondo? Sono loro che si confondono. Tra le molestie degli ultimi tempi c'è stata anche la commedia delle reazioni allarmate e proteste d'amore di tutti i partiti davanti al minacciato autoscioglimento del Partito radicale. Marco, non farlo! Una voce insostituibile ... Per la democrazia, il pluralismo ... Perché, caro Marco, vogliamo ancora incont,rarci, e scontrarci, e çonfrontarci ... Marco, non lasciarci! Ma in tema di pluralismo e dialettica democratica, la palma spetta a Gaspare Barbiellini Amidei, che non cessa mai di stupire con le 16 BibliotecaGino Bianco
sue sortite, puntualmente cerimoniose e inconsulte, dove resta sempre misterioso il confine tra sprovvedutezza e impostura. Mi .riferisco a un pezzo uscito sul « Corriere » del 19-7-86, in cui si commenta con caloroso favore l'intervento economico dei sindacati confederali per garantire la sopravvivenza del « Manifesto ». Ma egli non si limita a1la normale ipocrisia dell'omaggio alla « voce intelligente e minoritaria». Ahimé, il suo cattivo dèmone l'ha conv1nto di possedere il bernoccolo etico. E il poveretto si dà da fare, col risultato di fornire ancora una volta una specie di compitino demenziale, innocuo certo e purtuttavia imbarazzante. [ ... ] Una proposta: anche altre associazioni, certamente non prive di mezzi, la Confindustria, la Confcommercio, oppure aziende private di grande respiro diano (senza chiedere) a questo giornale una piccola parte dei denari che vanno ad altre forme di intervento. Non tutto è spot pubblicitario, non tutto è sponsorizzazione. Più « il Manifesto » è lontano dalle idee e dalle attese di molti fra noi, più vorremmo essere certi di trovarlo nei prossimi mesi e nei prossimi anni fra i giornali della lettura mattutina. Quando le parole di un avversario si affievoliscono [ ... ] abbiamo tutti da perderci, nel pericolo del silenzio. Quei titoli aspri o ironici, quei trasalimenti venati da una morale talvolta più valdese che marxista, quella cultura ora sottile ora concitata, quegli articoli ora eruditi e sofisticati ora di estrema semplicità, tutto questo modo singolare di fare giornalismo è già parte della nostra tradizione. [ ...] È un bel Paese, di un capitalismo magari arduo per la comprensione di molti ma assai maturo, quello ove un industriale, un commerciante possono permettersi di riempire un assegno e mandarlo a un quotidiano decisamente avversario. Spedire e non attendersi altro, per risposta, che una prossima critica, meritata o meno non conta. Ma sl! E, giacché ci siamo, perché non estendere il gioco? Perché la Fiat non paga agli operai anche le ore di sciopero, per non deprimerne la combattività? Un capitalismo che disconosca i vantaggi di una classe operaia fortemente conflittuale e non ,provveda a garantirsi in questo senso, non è ancora abbastanza « arduo» e tantomeno «maturo». Del pari « 1mmaturo » si rivelerebbe quel sindacalismo che ignorasse il proprio interesse a che si mantenga elevato il livello di disoccupazione. Perché la Dc non invita i propri elettori a votare per l'opposizione, affinché siano sarlvi pluralismo e dialettica democratica? Possiamo sperare che i tabaccai si convincano della convenienza di finanziare campagne contro il fumo 17 Biblioteca Gino Bianco
e le leghe anti-alcooliche di aprire osterie e rivendite di vini e liquori? Che bel Paese sarebbe quello in cui le imprese con bilancio in attivo arrivassero a capire di aver tutto da perdere dal fallimento dehle imprese concorrenti e prendessero l'iniziativa di accollarsene i debiti e avallarne le cambiali, nel superiore interesse della dialettica commerciale! Che bel Paese... se coloro che maltrattiamo sottoscrivessero abbonamenti da un milione, per non rischiare di privarsi del piacere di uheriori insulti. (Avvertenza necessaria per BarbielJini Amidei: si fa per scherzo, il discorso è rigorosamente ironico, sicché egrlinon deve temere che noi si metta in dubbio la sua « ardua maturità» se non manda nulla.) « Caro Bellocchio, siamo lieti di offrire anche a Lei l'opportunità di eseguire un Suo numero nel Gran Varietà Culturale. Onde prevenire discussioni e malintesi, è stato deciso che gli autori si succederanno secondo ordine alfabetico. Il cartellone è fittissimo, ma siamo riusciti ugualmente a rimediarLe un buco tira il Babbeo e il Bischero... » Un alto esponente dei giovani imprenditori, intervistato alla televisione: « Non bisogna aver paura del nuovo, perché non ne hanno paura gli altri (Stati Uniti, Giappone ecc.)... Bisogna conquistare i mercati, sennò li conquistano gli altri... Se non conquistiamo i mercati, finiremo ai margini, colonizzati dagli altri... ». Il progresso è: quello che fanno gli altri. Gli altri producono automobili, orologi, caramelle, armi, medicine, transistors, centrali atomiche... E noi subito dobbiamo produrre automobili, orologi, caramelle, armi, medicine, transistors, centrali atomiche... Per non restare indietro, per non finire fuori, emarginati e colonizzati dagli altri. Il progresBitflioteca Gino Bianco
so non aspetta. Gli altri vanno all'inferno ... Presto, saltiamo sull'ultimo autobus, s·ennò rischiamo di trovare la porta chiusa... E magari, Dio non voglia!, dovremo accontentarci del paradiso... Slogan pubblicitario: « Chi non ride è fuori moda. » « Penso sempre» dice l'amico fisico « che molta della gente che vedo (compresi noi due) non sarebbe mai nata o sarebbe già morta se non disponessimo di molta energia e di molte tecnologie. » E che cosa ci sarebbe di male? Giuseppe Galasso. È una volgarità... che la teoria essenzializzante della libertà propugnata da Croce fosse ispirata a preoccupazioni di ordine conservatore corposamente concreto: innanzitutto e soprattutto la difesa dei grandi proprietari terrieri, quale egli stesso era. Tizio. Non sarei cosl severo con Croce. Mi pare inevitabile che la sua condizione sociale influenzasse in modo covposamente concreto la sua teoria della libertà. Che cosa c'è di volgare in questo? Galasso. Ma che cos'ha capito? La volgarità è di coloro che attribuiscono a Croce quel t1po di calcolo... Tizio. Ah sl, certamente ... Una vera volgarità. La verità è volgare, lo diceva anche Hegel. .. O forse ha detto: la volgarità è concreta? Galasso. Ricorda la deteriore storiella togliattiana sul Croce semidormiente nel Consiglio dei Ministri, ma subito sveglio al minimo accenno di riforma agraria? 19 Biblioteca Gino Bianco
Tizio. Deliziosa. Davvero deliziosa. Galasso. Macché deliziosa! Deteriore, ho detto! Deteriore. Tizio. Ma perché mai Croce non avrebbe dovuto preoccuparsi delle SJ\.leproprietà terriere? Che cosa c'è di deteriore in questo? Galasso. Accidenti! Deteriore non è Groce, ma la storiella messa in giro da Togliatti. Tizio. Naturalmente! La volgarità di Togliatti è risaputa. Tuttavia, professore, Je confesso che questo Croce cosl involgarito e deteriorato mi è simpatico ... Mia nonna, vedendo cantanti, presentatori, com1c1m televisione {primi anni Cinquanta): «Poveretti», 1i compassionava, « cosa non gli tocca fare per vivere! » Le dicevamo che quelli non erano per nulla dei «poveretti», guadagnavano fior di quattrini e avevano milioni di ammiratori. Non ci credeva: per lei erano pur sempre della r.azza dei pagliacci da circo, dei ciarlatani, degli zinga,ri con l'organetto e la scimmia, poco più che mendicanti ... Talvolta si fermava dietro noi ragazzi che seguivamo la telecronaca di una partita di calcio. La impressionavano soprattutto i continui scontri, scivoloni, capocciate, capitomboli di quei bizzarri, buffi uomini in mutande. « Ma non fanno che cascare! » rideva sbalordita. « Non sanno stare in piedi? Non guardano dove vanno? Come i bambini ai primi passi... Sempre per terra! » Dice: « Sui traumi provocati nei figli dai conflitti tra genitori, si sono scritte biblioteche. Nulla sappiamo invece sui traumi dei figli di genitori che vanno d'accordo. » 20 BibliotecaGino Bianco
Gli idoli dello sport in Italia sono soprattutto i calciatori (seguono, distanziati, i ciclisti, i piloti ecc.) e l'eventuale popolarità d'un a,lpinistao d'un navigatore può dipendere solo da ragioni extrasportive. Ma il fatto d'aver scritto libri, condotto trasmissioni televisive, reclamizzato cibo per cani, non basta a spiegare che una mediocrità come Fogar sia stato per anni (e sia tuttora, temo) più popolare di Messner, che limitava i suoi impegni a scalare montagne sopra gli 8.000. Né basta l'etnia tedesca di Messner. Bonatti non è mai diventato popolare, sebbene italianissimo, nonché autore d'innumerevoli servizi giornalistici e di libri. In verità, di Fogar gli italiani apprezzano proprio la mediocrità, mentre d'un Messner, come già d'un Bonatti, non sopportano l'eccezionalità. Né la cosa viene nas'COsta.Ci se ne vanta, come d'un tratto di singolare «umanità». Dalla pubblicità Rizzoli per il suo libro Il mio Atlantico: « Fogar non è un eroe, non è un uomo dotato di qualità ecceziona'li... È un uomo coraggioso ma vicino a quello che siamo tutti noi. .. ». Si tace pudicamente sulla slealtà. Fogar che fallisce l'obiettivo spor-tivo suscita simpatia; se poi cerca di imbrogliare le carte, e fallisce goffamente anche in questo, la simpatia sconfina nell'amore. La « figuraccia » diventa la base del successo, perché gli italiani amano solo coloro cui hanno qualcosa da perdonare, dato che siamo tutti peccatori. Amore è stabilire delle complicità. Nessuno, beninteso, è tenuto a entusiasmarsi per le grandi imprese in genere e quelle sportive in particolare, anzi. Però, se ci si vuole sportivi, c'è qualcosa di perverso nel fatto di apprezzare lo smacco quanto e più della riuscita. Se amo un atleta, una squadra, godrò delle sue vittorie, ne patirò le sconfitte. Questa era la regola fino a pochi anni fa. Ma da quando è assurta tra le grandi del caldo la squadra romana, s'è registrata una svolta significativa. Non è tanto l'amplificazione spropositata che viene data alle sue vittorie, che è solo fastidiosa; stupefacente e grottesco è invece l'uso invalso di festeggiare, della Roma, anche le sconfitte. I tifosi di Juve, Inter, Milan, P.ro Vercelli, se la loro squadra perde, vanno a nascondersi; i tifosi della Roma vanno in piazza. La grande festa popolare approntata per la vittoria, ha luogo in tutti i casi. Gli striscioni « Grazie Roma» vengono sbandierati comunque; se ne aggiungono di nuovi, adatti all'occasione: « Grazie lo stesso». « Er gran core de Roma» Biblioteca Gino Bianco 21
alla festa non ci rinuncia. Si canta, si balla, « ce se conzola »... L'indulgenza è caratteristica degli italiani tutti ma, senza voler fare del vieto nordismo (del resto, Fogar è milanese), lo « spirito romano» è riuscito a esaltarla. La Roma sconfitta sembra eccitare e commuovere più ancora che se avesse vinto. Autocompassione, che goduria! Di Messner, che dire? Un fenomeno, un extra-terrestre. Ci si può forse appassionare per un «mostro»? Un «mostro», certo. Non tanto però per le eccezionali risorse atletiche di cui dispone, ma perché queste risorse anletiche sono servite, in misura altrettanto eccezionale, da orgoglio, intelligenza, tenacia, coraggio, spirito di sacrificio. Il nostro atteggiamento di diffidenza e antipatia per le grandi imprese dipende dal fatto che sappiamo bene come richiedano costi molto alti. Se il successo non è facile, che gusto c'è? Si apprezza soprattutto la fortuna. Se ottengo quel che merito, che cosa ci ho guadagnato? Da noi, al primo colpo azzeccato - nello sport o negli affari, nehl'industria o nelle arti - il vincitore intravede subito, come prima cosa, il miraggio di vivere di ·rendita. Recentemente ho saputo di due festeggiamenti trionfali, con concorso di parentado, amici, autorità. Il primo era per una laurea presa a quasi quarant'anni (quando l'unica decisione decente sarebbe stata di tagliare i viveri al caro figliolo al compimento del venticinquesimo anno). Il secondo festeggiato era un funzionario che, dopo ben quindici anni di lavoro, andava vittoriosamente in pensione. « Ma che fa? Pubblica i suoi pensieri ... così, a ruota libera ... Neanche fosse Pascail! Leopardi! Che poi, tra parentesi, loro, Pensieri e Zibaldoni li tenevano nel cassetto ... E per essere ricevuti bisogna chiamarsi almeno Kierkegaard o Tolstoi, sennò si resta fuori... Ma chi si crede di essere? » « Si calmi. Pascal, Leopardi, Kierkegaard erano eccezioni anche per i tempi loro. Oggi poi neppure un miracolo potrebbe risuscitarli. Si rassicuri. Non avremo più occasione di incontrarne. Anche la razza dei Kraus, delle Weil s'è estinta. Definitivamente. Del che malto mi rattristo, ma per lei è meglio cosl: si spaventerebbe 22 Biblioteca Gino Bianco
a morte ...'Ma no, non se ne accorgerebbe... Io sono soltanto un povero diavolo. Ma mi vado convincendo, ahimè, che oggi essere quel che sono, non sia poco... Per lei poi è addirittura troppo ... » Si racconta che, nei tempi di decadenza del paganesimo, quando due àuguri si incontravano, non potessero trattenersi dal ridere. Benché continuassero a praticare i loro riti, perché bisognava pur campare, questi sacerdoti non arrivavano a mentire a se stessi, erano abbastanza onesti da riconoscersi per degli imbroglioni. Credete che quando si tirovano a tu per tu, in privato, senza testimoni, senza telecamere, davanti a un bicchiere di whisky, Craxi e Andreotti, Ostellino e Scalfati, Wojtyla e il Diavolo ... si concedano una beLla risata alfa faccia della clientela? Magari fosse cosi. Credo invece che continuino a recitare la commedia, imperterriti, a raccontarsi frottole ... Come falsari, noti l'uno all'altro per tali, che tuttavia scambino anche fra loro le stesse patacche che spacciano sul mercato. Pronto?• Parlo con qualcuno della rivista ...? Sl. Per poter includere la Vs testata nelle « pagine gialle » ... ? ... ci serve conoscere il ramo, il settore di Vs competenza, la materia trattata ... - ? - Per aiutarLa Le leggo la lista delle materie previste: Abbazie, Abbigliamento, Acqueviti, Aeronautica, Agopuntura, Alchimia, Alpinismo, Anarchia, Angeli, Animali domestici, Antipasti, Antiquariato, Antisemitismo, Antropologia, Archeologia, Architettura, Arcivescovi, Argenti, Armadi, Armi, Arredamento, Arrosti, Arte, Ascensori, Astaire (Fred), Astronautica, Atletica, Autoeroti23 Biblioteca Gino Bianco
smo, Automobilismo, Avanguardia, Azalee... Niente? - Niente. - Andiamo avanti: Baffi? Bagni? Balconi e terrazze? Banking and finance? Barbarie-civiltà? Barbe? Barbecue? Barche? Barometri? Barzellette? Beauty-cases? Biciclette? Binocoli e cannocchiali? Bidlogia? Biscotti? Botanica? Bowling? Bretelle e cinture? Bridge? Buddismo? Business and economics...? -No. - Caccia e pesca, Cakestruzzo, Calcio, Camping, Canasta, Cancro, Cannocchiali e binocoli, CaipitaHsmo, Caramelle, Carceri, Carillons, Castighi e delitti, Catastrofi, Cattolicesimo, Cavalli, Ceramiche, Cernobyl (Dopo), Champagne, Chiromanzia, Chimrgia, Chitarre, Cinema, Cinture e bretelle, Civiltà-barbarie, Cliniche, Cocktails, Comunicazioni, Comunismo, Confetture, Containers, Controcultura, Coralli, Cornici, Cosmetica, Cosrumi e usi, Cotillons, Cotto-crudo, Cravatte, Crisi, Critica, Crociere, Crudo-cotto, Cuccioli, Gucina, Cucù (Orologi a), Cultura alternativa, Culturismo ... Ancora niente? - Niente. - Pazienza. Procediamo: Danza? Deal (New)? Dean (James)? Decentramento? Deficit? Delitti e castighi? Democrazia cristiana? Demolizioni e ricuperi? Demon ... - Ecco. Forse ... - Meno male! Cominciavo a temere di dover arrivare fino a Zoologia... Dunque: Demonologia. - Veramente ... - Mi scusi, era la voce precedente: Demolizioni e ricuperi. Bene! Insomma, se ci tiene ... Però ... In quel settore abbiamo anche: Rimozione e smaltimento rifiuti. .. Le va meglio? - Non è male... Sgòmberi, forse... Disinfestare. Sbrattare ... - Sbrattare non è previsto ... - Peccato. - Disinfestazioni e Sgòmberi invece ci sono. Si decida. - Quel che mi lascia perplesso è che queste voci - Demolizioni e ricuperi, Rimozione e smaltimento rifiuti, Disinfestazioni, 24 Biblioteca Gino Bianco
Sgòmberi... - sono eccessive, fanno pensare a lavori in grande, mentre noi, cosa vuole... - Si può sapere chi siete? - Per semplificare: la donna delle pulizie. - Ho il problema di questa parete vuota. Sono incerto tra una tela o un disegno. O magari un poster? Tu che cosa ci metteresti? - Non ci metterei niente. - Ti senti responsabile della fame nel mondo? - Pro quota miliardesimale. - I am o.k.! - I am k.o. Svendono la primavera, bisogna affrettarsi prima che finisca. Ho comprato due azioni della Cappella Sistina. La felicità per ora non mi interessa, aspetto che cali di prezzo. « Un parassita... » (Non ha tolto il posto a nessuno, ha lasciato il lavoro agli altri: lavoro e guadagno, carriera, potere, fama...) 25 Biblioteca Gino Bianco
« ... improduttivo... » (Non ha mai prodotto cose inutili e dannose. Consumava il minimo indispensabile. Non rubava.) « ... asociale ... » (Non parlava, non scriveva. Preferiva tacere. Cercava di occupare poco posto. Non sgomitava, non scalciava. Non viaggiava. Non lottava: non ha mai fatto male a nessuno.) Quando si cercava un titolo per questa rivista, si considerò anche l'idea di quakosa che esprimesse scomodità, squallore, inospitalità. Luogo ingrato, inameno. Stabile pericolante. Senza giardino, senza citofono, senza ascensore. Né prestigioso né signorile. Decisamente démodé. Camera senza vista, senza riscaldamento, senza telefono, senza bagno... Ogni servizio escluso... Come epigrafe, sarebbe andato bene il dialoghetto in due battute al bu,reau d'un alberguccio, da un vecchio western: - Avete una stanza libera? - Tutte. Biblio ica Gino Bianco
CASI CULTURALI - Novità? - Nessuna . ... Alla ripresa della stagione lavorativa, quando ci si vergogna di incontrare per la strada, dopo le vacanze, amici e colleghi. Si abbassa lo sguardo o ci si gira dall'altra parte ... Ci si vergogna di essere sempre gli stessi, sempre negli stessi posti, a fare sempre peggio le stesse cose: ognuno testimone sgradito della sconfitta e della rinuncia dell'altro . ... Gran parte dell'attività culturale consistendo ormai m questo: nell'incontrarsi, nel salutarsi, nell'informarsi su ciò a cui si sta lavorando, nel rassicurarsi reciprocamente sul fatto di lavorare a qualcosa, scaricandosi dei penosi sensi di inadempienza in compagnia di persone che hanno per lo più la stessa preoccupazione e fo stesso problema ... « Ho voglia di fare qualcosa di brutto », dice la mia amica, « voglio diventare cattiva ... Il solo modo, il modo più sicuro per migliorare il mondo è peggiora-re se stessi... ». 27 Biblioteca Gino Bianco
Carte false davvero. Vicedirettore: Hai visto? Parlano male del nostro giornale. Direttore: Si. Che cosa si può fare? Vice: Si può rispondere, contrattaccare ... Dir.: No, sarebbe una mossa sbagliata. Non sono così stupido da cascarci. La prima regola è: silenzio su chi ti critica. Vice: È vero. Ma allora? Dir.: Io un'idea ce l'avrei. Ma tu dovresti essere così intelligente da capirla. Vice: La capirò. Dir.: Ecco: dovremmo criticarci da soli, dovremmo auto-attaccarci. Tutto deve partire dal nostro giornale. La regola è: non permettere che sia un altro a fare qualcosa che ti può nuocere. Vice: E allora dovremmo nuocerci con le nostre mani? Dir.: Vedi che non capisci? Dobbiamo attaccare, criticare, mettere sotto accusa anche il nostro giorna1 le, mettendo soto accusa tutti i giornali, tutti i giornalisti, la stampa in generale. Quello che importa è neutralizzare chi ci critica. E poi è facile: i nostri critici non hanno nessun potere, nessuno li ascolta... Vice: Sl, ma bisogna stare attenti. Questi piccoli sintomi di fronda, se non li si stronca sul nascere, possono anche diffondersi, diventare pericolosi, epidemici. Gli scontenti, come sai, sono sempre molti. Dir.: No, quei due sono come chi volesse vincere una gara di corsa senza avere le gambe. Nessuno li aiuterà perché nessuno potrebbe trarne vantaggio. Fare il loro nome non è neppure snob. Non sono di moda. E poi, in fondo, nessuno li capisce, neppure certi loro amici che per noi potrebbero essere più fastidiosi... Vice: Ma allora, che proponi? Dir.: Ecco: tu che sei il vicedirettore di questo 1mportantissimo giornale, dovresti scrivere un libro che suoni come uno spregiudicato atto di accusa contro giornali e giornaHsti. Sono cose che periodicamente vanno fatte. Se no, le fa qualcuno sul serio, quale.uno che ci crede, che davvero ce l'ha con noi. Vice: Il fatto è che loro ci hanno già attaccato ... Dir.: Sl, ma chi se ne è accorto? Siamo ancora in tempo. Fa28 Biblioteca Gino Bianco
remo un bel battage, alzeremo un gran polverone. Finirai nelle classifiche dei libri più venduti. Diremo che la stampa dice il falso. Che te ne pare? Tutti si precipiteranno a discutere, a dibattere, a intervenire. Saranno molto soddisfatti di poterlo fare. Saranno ricordati per averlo fatto. Noi li ospiteremo. Potremo anche pubblicare in seguito un opuscolo o un libro con tutti gli articoli. Quanto a forza pubblicitaria, nessun critico isolato e sprovveduto di appoggi e di mezzi è alla nostra altezza. Vice: Va bene, lo farò. L'idea mi convince e l'ho capita. Qualche collega, anche nel nostro giornale, si offenderà. Qualche ingenuo ci cascherà, penserà che faccio sul serio e si metterà a replicare. Tanto meglio. L'effetto-verità sarà ,perfetto. Nessuno è più utile di uno stupido in buona fede. Però la maggior parte dei colleghi saranno solo invidiosi... Del resto che possono farci? Lo sanno bene che un libro di accusa contro i giornali che non fos,se scritto da uno con la mia posizione non avrebbe alcuna risonanza... Le accuse al potere, per avere risonanza, devono avere potere! Dir.: Giusto. Vedo che hai capito perfettamente. Chi ha osato criticarci avrà una dura lezione. Cadrà nell'oblio. La sua voce sarà sommersa da quello che diremo noi. La regola è: quando c'è un'opposizione reale, bisogna crearne una finta, costruita in casa. E che sia più grande, forte e visibile dell'opposizione vera, in modo da ristabilire le regole del gioco, trasformando uno scontro reale in uno spettacolo. E chi può farlo meglio di noi, che siamo per definizione l'opposizione finta ...? Vice: Noi il nostro mestiere lo conosciamo. Guai a chi vuole fare il furbo! Ora vado a casa e comincio subito a sorivere il libro. Sarà un sucoesso. Ho già un'idea per il titolo. Lo chiamerò: Carte false... La risposta esatta Dostoevskij? Polifonico e scoperta dell'inconscio! Dante? Realismo figurale e mescolanza degli stili! Nietzsche? Morte di Dio! Biblioteca Gino Bianco 29
tale! Heidegger? Teonica e nichilismo! Borges? La bibliot,eca di Babele! Eraclito? Panta rhei! Wittgenstein? Di ciò di cui non si può parlare, si deve tacere! Vittorini? E « Il politecnico»! Montale? Il maggior poeta italiano del novecento! Zanzotto? Il maggior poeta italiano del novecento, dopo MonBarthes? L'écriture! Blanchot? La letteratura come spazio della morte! Il futurismo? Anche noi abbiamo avuto l'avanguardia! I,l fascismo? Anche noi abbiamo avuto il nichilismo come retorica attivistica e come regime totalitario sostenuto da una moderna organizzazione del consenso di massa! Svevo e PirandeHo? Oltre la barriera del naturalismo! Eliot? Il correlativo oggettivo! I nuovi narratori? Un fenomeno interessante! La marcia di protesta contro il fisco? Un fenomeno interessante! Gli stilisti italiani? Un fenomeno molto interessante! Gianni Agnelli? Ciò che molti quadri dirigenti e intermedi della sinistra vorrebbero essere! A ama ma non sa amare. B sa ama-rema è incerto se amare o non amare. C si commuove all'idea di amare ma non ama abbastanza perché non sa amare. D ama, sa amare e non si chiede altro, finché non smette di amare chi amava e ama qualcun altro. E ama, vuole amare e si compiace all'idea di amare, ma non sa amare. :·. Y. •. , .30 Biblioteca Gino Bianco
F dice di sé che non sa amare, ma per tutta la vita non ha fatto altro, e si vede. G ama ma non vive d'amore, e soprattutto non sa amare, perché non vuole e si spaventa alla sola idea. H Colpevole perché non lavora. Colpevole perché lavora e ha il privilegio di avere un lavoro. Colpevole del lavoro che fa e delle sue conseguenze. Colpevole per il fatto di ubbidire accettando di alienarsi nel lavoro. Colpevole ,perché ha il privilegio di non alienarsi nel lavoro, non lavorando o lavorando per sé... Chi è più colrpevole, l'operaio di una fabbrica di armi, l'operaio di un'industria altamente inquinante, l'impiegato di un ente inutile o il sottooccupato volontario che vive alle spa1le dei genitori? Di domenica pomer1gg10 si riuniscono una decina di g1ovam madri per discutere il problema scolastico all'ordine del giorno: l'insegnamento della religione, o più precisamente, dato che i loro figli non sono battezzati, l'uso dell'ora settimanale di religione. Sono decise a non farsi imporre niente, non vogliono che i loro figli vengano indottrinati, rivendicano combattivamente il diritto di non ricevere un insegnamento religioso. Nella camera accanto, i bambini, in ginocchio o a gambe incrociate davanti alla tv, ingoiano diligentemente per ore il catechismo laico trasmesso su dieci canali. 31 Biblioteca Gino Bianco
Caratteri e carriere. Coerente. Almeno in gioventù ebbe qualcosa di geniale? La - cosa è dubbia. Soltanto questo: egli fu molto precocemente un uomo di carattere, un uomo che ama la coerenza fino in fondo. Dopo aver letto « tutto Marx» si montò la testa. Chi altro lo aveva fatto? Ben pochi! E chi ne aveva compresa la perfetta coerenza? Nessuno! Bi Fu così che molti si presero un grande spavento: uno che ha il carattere di leggersi « tutto Marx » e di ricondurre tutto coerentemente a Marx, deve essere per forza temibile. Temibile almeno in questo: che lui, per quanto lo riguarda, non può temere nulla, essendo perfettamente coerente. Che cosa volesse veramente dire quando citava e parafrasava « tutto Marx» non era chiaro. Ma chiara era l'ammonizione contro incoerenze e debolezze di carattere. E chi non ha debolezze e incoerenze? Era capace di questo: guardarti in faccia senza vederti e poi (la fronte leggermente aggrottata, le labbra severe, lo sguardo fisso nel vuoto) smontava pezzo per pezzo tutti i tuoi ragionamenti, tutto il tuo sistema di pensiero - anche se tu non facevi ragionamenti ma semplici constatazioni, e il tuo non era affatto un sistema di pensiero. Soleva dire: quello che dici è assolutamente coerente, e va coerentemente capovolto. Con gli anni cambiò coerentemente rotta. Il suo punto di vista fu sempre squisitamente politico. Era solito dire: il mio è solo lo sviluppo di certi presupposti, io non sono qui per raddrizzare le gambe ai cani! Il resto della sua carriera è insignificante. Andò molto avanti, sempre sforzandosi molto. In quanto uomo di carattere, era capace di compiere grandi sforzi, esprimendo prodotti di gran peso, e questo faceva sempre molta impressione sugli uomini privi di carattere. Grazie alla sua naturale forza di carattere e alla fredda coerenza del suo modo di fare, seppe esercitare una grande influenza ,su molte persone meno fredde e coerenti di lui. E mise insieme con gli anni un vero esercito di clienti, che sostituì, a suo modo di vedere, il « tutto Marx» ormai dimenticato. teca Gino Bianco (
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