prima volta che lo vidi in azione di persona, il comportamento di Eco confermò puntualmente l'opinione ricavata dai suoi primi scritti e che l'opera successiva non ha fatto che ribadire. Ricordi a parte, tradurre il problema degli errori e eccessi, illusioni e delusioni e involuzioni del « movimento » tra '68 e '77 in questi termini, è semplicemente ridicolo. L'astio, l'enfasi, la violenza verbale, il sovraccari:co d'immagini lasciano un'impressione penosa di incongmità. « Demenza senile», « cura Aslan », « confondere Lenin con Lucignolo », « tagliarsi i coglioni », « razza di vipere », « preti spretati », « comunismo senza sorriso »... La perdita di controllo produce una grave caduta stilistica. Dov'è finito l'uomo di scienza, il maieuta, l'entertainer - i suoi abituali clichés? E l'impadivo esploratore del mutamento culturale? Diradato un po' il fumo sollevato da queste scomposte bordate, si può, volendo, procedere al vaglio delle singole proposizioni e espressioni. Il « comunista senza sorriso » non potrebbe essere semplicemente qualcuno refrattario all'umorismo di Eco? « Confondere Lenin con Lucignolo»: ma non avranno imparato da Eco, che confondeva Gaetano Bresci con Franti? « Ora credono solo nell'astrologia» e « ti sbattono in faccia il loro Céline il.ettod'accatto». Respingendo con sufficienza l'obiezione che gli può venire da un Céline « letto d'accatto » e per di più associato aill'astrologia, Eco vorrebbe lasciar intendere di non aver nulla da temere da un Céline letto «correttamente». Ma non è vero. Perché, con tutto il suo coraggio, Eco non ha l'onestà di dire che Céline non gli piace e basta? Che cosa ci sarebbe di male? Da,ll'articolo successivo (come quello da cui s'è citato sopra, è del '79) un altro esempio di fantoccio ,polemico tanto banale quanto incongruo: « ecco ,la nuova religiosità degli ex atei, rivoluzionari delusi che si buttano a leggere i classici della tradizione, gli astrologi, i mistici, i macrobiotici, i poeti visionari, il neofantastico (non più fantascienza sociologica ma nuovi cicli di Artù) e infine non più i testi di Marx o Lenin ma opere umbratili di grandi inattuali, possib1lmente mitteleuropei delusi, decisamente suicidi, che non abbiano mai pubblicato nulla in vita, che abbiano stilato un solo manoscritto e anche quello incompleto, incompresi a lungo perché scrivevano in una lingua minoritaria, tutti corpo a corpo col mistero della morte e 36 BibliotecaGino Bianco
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