Diario - anno II - n. 3 - giugno 1986

lora per onestà intellettuale e impavida lucidità); b) non tutto era sbagliato. Un po' poco, per un uomo cosl coraggioso. Anche il secondo e il terzo pezzo riguardano gli « orfani del 68 », e Eco li invita coraggiosamente a superare la delusione: « Non tutti hanno i nervi saldi, sbattere la faccia contro la realtà è fatale per i nevrotici, ma la cura passa di lì, non c'è santi che tengano» (p. 15). Un po' brutale? Bisogna « avere la forza di condurre una critica scettica, lucida, dotata di sense of humour e di scarso ,rispetto per le autor1tà » (,p. 21). Non sarà un'impresa troppo dura per chi non possiere la tempra e l'allenamento di un Eco? Forse no, dal momento che la «cura» di Eco consiste dopotutto nel cambiar nome alle cose. « Riflusso» suona male? Chiamiamolo « riflessione », ovvero « critica progressista degli antichi entusiasmi». Rivoluzione mancata, terrorismo, invofozione cinese, ritorno al privato: « nulla di tutto questo è disperante: sono anzi altrettanti aspetti di un'interessante crisi di crescenza». Un « utile rivolgimento di carte ». Basta « ragionare con molta serenità», « smontare i miti e riconsiderarli criticamente », « analizzare ,storicamente »... Questa è « scienza politica», cari miei: altro che «riflusso» e « foga nel privato » ! « La saggezzanon sta nel distruggere gli idoli, sta nel non crearne mai» (p. 16). In altri tet:mini: come idoli e feticci, scegliete le formulette retoriche, i giocattoli ideologici di Eco. Non servono a niente, quindi non deludono mai. Funzionano sempre. « Orfani del 68 » vanno considerati anche i « nouveaux philosophes ». Un fenomeno imputabile ancora, oltre che a disinformazione storica ,(perché farla tanto tragica sul gulag quando si sapeva già tutto da decenni?), alla carenza di una robusta struttura nervosa. « Insomma Lévy ha scoperto che la scienza è fatta di astrazioni e concetti, ovvero che la Struttura è Assente, e i suoi nervi non hanno retto ». « A questo punto il nuovo filosofo, per forza, ha uno choc... » (p. 32). Conclude la prima sezione del libro un pezzo, Sette anni di rabbia, in cui Eco ci avverte che arrabbiarsi fa malissimo, ed è sempre stato così fin dai tempi di Caino. La rabbia è la passione dei frustrati e conduce fatalmente alla sconfitta. Chi vuole aver successo, lasci sempre la rabbia in anticamera. Guardate « i grandi condottieri, gli astuti politici, da Ulisse a Napoleone» (p. 55). Anche « i 28 Biblioteca Gino -Bianco

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