mente Cioran quando spara volgarità simili. La frase di Keats, nella nella sua nuda e dimessa verità, viene trasformata in una specie di arcano terroristico, di test omicida di cui Cioran dice di servirsi (dove? quando?) « per penetrare in qualcuno, per conoscerlo veramente»: cosa in realtà preclusa a chiunque, perfino agli dèi e ai santi. Oppure, più accattivante e quasi cameratesco: « Ora, riconosciamolo, gli Ebrei sono imbattibili nel ghigno. Per capirli o intuirli bisogna aver perso a nostra volta più d'una patria, essere come loro cittadini di tutte le città, combattere senza bandiera contro tutti, sapere, sul loro esempio, abbracciare e tradire tutte le cause. » (p. 81). Qui sono gli Ebrei ad esser presi come incarnazione di qualche stadio estremo e definitivo, portavoce di tutto e di nulla. In Cioran si può vedere come un certo dispotismo e feticismo dello stile, e di uno stile che cerca o finge la lucidità, non sempre vada d'accordo con la lucidità, arrivando anzi a impedirla. Le sue pagine sono una delle migliori dimostrazioni della intrinseca ottusità dello stile puro come categoria assoluta. Per fortuna (viene in mente leggendolo) Cioran non è il solo autore che abbia uno stile, benché egli sia uno di quegli autori che non si può neppure dire che ne abbiano, dal momento che non hanno altro. La lucidità di Cioran si trasforma così facilmente in puro stile della lucidità perché brancola su uno sterminato, artificioso spazio culturale in cui ogni elemento può essere confrontato con ogni altro, dopo essere stato ridotto a una sintetica fisiologia, morfologia o cifra morale. L'Esiliato, l'Occidentale, il Taoista, il Mistico Medievale, il Romanziere, il Russo, il Poeta, il Moralista, Yahweh, i Tedeschi, Prometeo, Giobbe: per tutti e per ogni condizione, Cioran trova una definizione e una formula, su tutto lancia la maledizione delle sue frasi. Ma ciò che la sua lucidità soprattutto non capisce è che la lucidità « metafisica » a cui egli aspira non è di una specie sola, non risponde a canoni generali e non veste sempre gli stessi panni. Chi a,spira al Nulla non può fondare sul Nulla nessuna opinione. Cioran crede che il Nulla abbia delle preferenze in fatto di opinioni e di stile, e immagina che il suo stile sia ispirato, come le sue opinioni, dal Nulla in persona. 61 Biblioteca Gino Bianco
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