Diario - anno I - n. 2 - dicembre 1985

la galera buia, rumorosa e puzzolente che in effetti era, da cui aveva tanta più voglia di uscire dopo aver praticato le nostre case. Mentre noi continuavamo ad andare a scuola, mortificati e un po' invidiosi di lui che faceva l'apprendista presso un meccanico di biciclette, lui cominciava a rubare gomme e pezzi di ricambio per pagarsi qualche piccolo lusso e portarsi alla nostra altezza. Al pallone era più bravo lui a piedi nudi che noi equipaggiati a dovere. Ma un giorno arrivò con un paio di scarpe da gioco nuovissime. Fu scoperto: per comprarsele aveva rubato i soldi al meccanico. Un piccolo scandalo, di cui le nostre famiglie furono informate grazie alla solerzia di bottegai, portinai, domestiche. Non perdonammo ai nostri genitori la loro oscena esultanza, ma meno ancora perdonammo lui: non per il furto in sé, ma per averci umiliato di fronte ai nostri genitori giustificando i loro odiosi timori. Offesissimi, troncammo ogni rapporto. Da un giorno all'altro fu rimosso totalmente, e per anni nella nostra cerchia di amici il suo nome non fu più pronunciato. Dopo aver visto un paio di puntate del Cuore televisivo, mia figlia (dieci anni) ha avuto incubi notturni, e si è categoricamente rifiutata di seguire le puntate successive. Che cosa le fa così paura? Credo di poter rispondere: la miseria. L'immagine di un'Italia, di un mondo troppo povero. Ragazzi poveri, famiglie povere, case povere, vestiti poveri (nessun compagno di scuola di mia figlia ha l'aspetto di un povero, sembrano tutti uguali). Anche il maestro è praticamente un povero. Ma perfino i ricchi, in quelle case senza frigorifero e televisore, la cucina col camino, niente bagni luccicanti di piastrelle e specchi, stufe a carbone ..., perfino i ricchi sembrano dei poveri. Quei bambini ricchi che non vanno a sciare, non nuotano, non giocano a tennis, cosl seriosi e grigi, che si distinguono dai compagni poveri soprattutto per i lunghi capelli ben pettinati e per il cappotto (invece della testa rapata e della mantellina), fanno quasi pena. Quella città buia, senza automobili, senza neon ... Inconcepibile, inaccettabile. La stessa reazione d'angoscia gliel'hanno prodotta le prime scene di una versione televisiva dei Miserabili. Credevo che l'amplifica53 Biblioteca Gino Bianco

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