Diario - anno I - n. 2 - dicembre 1985

« Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno giustiziati. » « Dio sia lodato » dice « per tutti i peccati commessi in gioventù - masturbazioni, furti, vandalismi, disordini e disobbedienze d'ogni tipo - seguendo la forza degli istinti, ignorando le minacce che venivano dal mondo degli adulti: genitori, preti, insegnanti. Non che aver fatto certe cose ci sia stato allora di qualche utilità, né la loro memoria ci rechi qualche conforto. Ma almeno non abbiamo il rimorso di non averle fatte.» Tizio. Hai visto? Ronchey è ritornato al Corriere. Caio. Accidenti! Sempronio. Non me n'ero accorto. Tizio. Non è finita: Cavallari ha lasciato il Corriere e è venuto alla Repubblica. Caio. Un bel rimescolamento di carte! Sempronio. Non me n'ero accorto. I miei maggiori: ecco un libro che non potrei scrivere. Di chi mai parlerei? Di quali maestri che non ho mai avuto? Dovrei districare alcuni rapporti ambigui, difficili, dolorosi, da cui ho cavato un po' di « bene » insieme a molto « male »... Le poche persone che possedevano il «bene» in misura superiore al «male», erano uomini e donne di nessun peso sociale: un paio di serve, un contadino, un meccanico, un infermiere, un agrimensore, un muratore, due operai... Gente che quasi non parlava. Che si esprimeva attraverso il lavoro. E lo sguardo. Non mi _hanno insegnato niente. Ma solo pensando a ,o Biblioteca Gino Bianco

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