Diario - anno I - n. 2 - dicembre 1985

stri d'una religione si comportano contro i principi della dottrina, della religione che predicano, per il senso comune quella dottrina, quella religione non esistono. Prima dell'introduzione del divorzio, era notorio che per denaro la Chiesa annullava i matrimoni, cioé in pratica ammetteva il divorzio, seppure per i soli ricchi. Così, quando il divorzio diventò un diritto di tutti, il senso comune giudicò la reazione della Chiesa e la campagna referendaria per quello che erano: un'impostura. E ancora sull'aborto - che pure tocca una materia molto più grave e nient'affatto risolta - fu determinante per il senso comune il riconoscimento di una situazione di fatto, mai prima seriamente contrastata dalla Chiesa, che quindi sostanzialmente la tollerava pur condannandola a parole. Quasi sempre il senso comune viene assimilato al conformismo, al pregiudizio, diventa sinonimo di appiattimento di valori. E lo è, in effetti. Esso andrebbe però dvalutato nel suo significato di pensiero concreto, realismo, esigenza di un rapporto chiaro e coerente tra parola e azione, contro ideologismi e indebite astrazioni. Sembrerebbero ovvietà. Non viviamo forse in un mondo ormai completamente secolarizzato, disincantato, laicizzato? Sarà. Vedo però che milioni e milioni di persone, dai più ignoranti ai più colti, insistono a fingere che esista un rapporto di stretta connessione e continuità tra Vangeli e cristianesimo reale, tra pensiero di Marx e centralismo burocraticopoliziesco, tra culto della libertà e rapina. Un tale a Roma pretende di essere il « vicario di Cristo». Un altro tale a Washington invoca la protezione di Dio per affamare, terrorizzare, uccidere. Le stesse operazioni a Mosca vengono chiamate « aiuti fraterni». Nelle aule giudiziarie continua a campeggiare la scritta « la legge è uguale per tutti», mentre tra porchette arrosto e bottiglie di vino si canta Bandiera rossa e l'Internazionale. Per non parlare del vorticoso commercio al minuto di parole come amore, generosità, solidarietà, morale, rivoluzione, coraggio, pietà, poesia, arte ... « Tu cerchi l'impossibile, per me è impossibile il possibile » (Kafka a Brod, 13.1.1921). L'eterno ironico paradosso dell'umiltà del grande di fronte al piccolo. 47 Biblioteca Gino Bianco

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