Diario - anno I - n. 2 - dicembre 1985

« La mia automobilina è la più veloce del mondo! » proclamava eccitato il piccolo L., con un'ansiosa occhiata di minaccia verso P., il fratellino minore. E P., senza scomporsi: « La mia automobilina è la più lenta del mondo. » « f-ggettivi come "disperato" o "delirante" » lamenta il vecchio prof. Caviglione « avevano fino a qualche decennio fa unicamente un significato negativo, spregiativo o pietoso. "Disperato", fuori dal suo significato proprio di estrema afflizione senza possibilità di conforto, si diceva di uno senza soldi, senza talento, senza prospettive, senz'arte né parte: "un disperato", "un povero disperato", "in bolletta disperata" ... "Delirante" era semplicemente il pazzo, il demente. "Visionario", uno che prendeva fischi per fiaschi. "Morboso" era solo sinonimo di malato, e semmai si usava per attenuare la responsabilità di certi vizi: "morbosamente geloso", "avarizia morbosa", "morboso attaccamento per la madre"... Esistenzialismo e psicanalisi hanno rivalutato e nobilitato questi termini, che ora vengono usati spesso e volentieri come iperboli in senso positivo, a indicare capacità più vaste, gradi più profondi di coscienza e moralità. "Che disperazione!", "Una scrittura veramente delirante", "Un visionario autentico", "Colori e toni di una tale morbosità ..." E' il di più. Stati di grazia, risultati super. » La celebre invocazione goethiana « Arréstati, attimo fuggente » non è più una vana espressione retorica: oggi c'è la moviola. Il senso comune non concepisce i principi separati dai fatti. Ad es., se la grande maggioranza dei depositari d'una dottrina, dei mini46 Biblioteca Gino Bianco

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