Diario - anno I - n. 2 - dicembre 1985

Dice: « Io scrivo molto meglio di P. Sono più colto, più serio... » « Lo spero bene. » « Ma lui intanto pubblica libri su libri con i maggiori editori, scrive sui grandi giornali, parla alla radio, appare continuamente in televisione, guadagna un sacco di soldi... » « E' questo che vorresti? » « Non ho detto niente del genere. Dico solo che è un'ingiustizia.» « Vorresti essere come lui. » « Ma ti pare? Sono molto meglio, io.» « Intendevo che vorresti avere i riconoscimenti e i guadagni di lui, e che meriti assai più di lui. » «No.» « E allora che vuoi? Perché te la prendi tanto? » « Perché è un'ingiustizia! uno schifo! » Forse è vero che non vorrebbe essere come P. Forse vorrebbe soltanto che P. fosse come lui, un povero diavolo. Quello che dimentica è il lavoro da negro che occorre per arrivare alla posizione di P., e per restarci. Tutto un lavoro che lui non ha nessuna voglia di fare. La smania d'aggiornamento, la corsa all'adeguamento di molta cultura comunista fa un effetto grottesco. Come una donna tutta casa chiesa famiglia che a cinquant'anni improvvisamente scopre il piacere del sesso libero. Anzi, il dovere. Laonde concede tutto a tutti e subito, temendo di non apparire abbastanza moderna. E' vero che c'è da rimediare a decenni di gretta virtù, miopi economie, canina fedeltà. Ma tra l'interesse e il delirante entusiasmo, corre qualche differenza. Una cosa è l'apertura di trattative, un'altra la resa senza condizioni. E la cortesia non implica necessariamente l'irrumazione. L'abbandono del materialismo dialettico e la scoperta del pen- . siero liberale, l'apertura alla psicanalisi e alle scienze umane, il superamento del realismo socialista e la riconsiderazione dell'avanguardia, non comportano che si debba addirittura far concorrenza agli 31 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==