Diario - anno I - n. 2 - dicembre 1985

IL RECIDIVO T. (nove anni): « Posso dare io le carte? Ti giuro che non imbroglio. » R. (dieci anni): « Fai pure. Tanto non sai imbrogliare. » Quanti e quali squisiti adoratori conterebbe Marx, se solo non ci fosse stato il marxismo! Gli concederebbero volentieri un po' di moti falliti, qualche generosa insurrezione abortita, un po' di onorevoli sconfitte. Ah, se la praxis marxiana avesse avuto gli esiti di quella di Bakunin! Per costoro il problema non è quello che tormenta molti marxisti e conforta tantissimi antimarxisti, cioè il rapporto tragico tra marxismo, rivoluzione, socialismo reale. Per costoro è inaccettabile a priori che un'opera intellettuale, un pensiero (il frutto più radicale della filosofia tedesca, della cultura occidentale) abbia potuto incarnarsi in un movimento politico, armare la mente e le braccia di milioni di uomini ... La fissazione velleitaria di cambiare il mondo, gliela perdonerebbero senz'altro. Ma che il cambiamento sia poi realmente avvenuto (non importa se in bene o in male e a che prezzo: non è questo il punto), è un tradimento inaudito, una stonatura offensiva, uno scandalo, un disastro. Se non ci fosse stato il marxismo, che straordinario scrittore sarebbe Marx, che economista geniale, che filosofo eccitante, che personaggio formidabile! Che miniera! Che riserva di caccia per spiriti forti! Che droga! 25 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==