poco significativo e non all'altezza di quel fastigio solenne e regale di pensiero che lo sovrasta, che se ne fa sostegno e veicolo. Il suo sguardo, indifferente al fango della strada cittadina, guarda oltre. In una direzione che sul momento mi pare indefinita, ma che ora riesco, a mente fredda, a identificare senza più dubbi. La direzione di quello sguardo port~ al cuore stesso della Repubblica, della sola realtà che sta a cuore a quest'uomo indispensabile. Il cuore della Repubblica italiana, Parlamento e Governo repubblicano, dico, a non molte centinaia di metri dal luogo casuale del mio incontro. Poco oltre, dove il suo occhio si affisa, sorgono Montecitorio, Palazzo Madama e Palazzo Chigi. Là siedono e si riuniscono gli oggetti della sua vocazione pedagogica e moralistica. Là sono i suoi avversari e i suoi pupilli, tutti coloro a cui giorno dopo giorno si rivolge la sua riflessione e la sua ammonizione. Non sono certo che l'incontro col dir~ttore e ispiratore del giornale che leggo sia veramente avvenuto. La mia infatuazione per questo personaggio che con i suoi articoli prende possesso delle mie giornate, non è recente, cresce di contiuno e potrebbe facilmente giocarmi un brutto scherzo. Ai fanatici capita di avere qualche allucinazione. Credono di vedere coi loro occhi ciò che la loro mente non si stanca di evocare. Ma non importa che l'incontro descritto sia vero o illusorio. Quello che più importa è la decisione che in me è seguita a quell'episodio. Perché se qualcosa del genere mi capiterà davvero o di nuovo, mi farò coraggio, fermerò il mio eroe, gli stringerò commosso la mano. E spero, quella volta, di avere il controllo della mia lingua. Esprimerò tutta la mia gratitudine a colui che con la sua opera contribuisce da anni, ogni mattino, ad esprimere la nostra sete di verità e la nostra indignazione. A colui che con speciale sapienza morale e professionale CI TOGLIE QUOTIDIANAMENTE LA PAROLA DI BOCCA. Post scriptum. In realtà, da quando mi sono vittoriosamente arreso di fronte all'esistenza di Repubblica, mi sento meglio. Non Biblioteca Gino Bianco 21
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