Diario - anno I - n. 2 - dicembre 1985

pure fra me e me, sottolineando la loro insopportabile ridondanza, la loro seriosità, la loro spensierata incoerenza. Le parole che scrivono sono scritte sull'acqua: leggerle davvero, frase dopo frase, è già una violenza indebita esercitata sulla loro leggerezza. La Storia farà prima a finire, a sparire dalla faccia della terra, piuttosto che illudersi di superare i giornali, di renderli obsoleti, sorpassati e antiquati come già sono. La Federazione della Stampa, nazionale e internazionale, non permetterebbe mai un abuso e un'arroganza simili. La stampa infatti è libera: anche dai suoi contenuti. E' autonoma: anche dalla realtà. Non ubbidisce a nessuno: neppure alle leggi della storia. 1O. Ritorno a casa. Si, è proprio un appagamento, una sazietà, la serena certezza di trovarsi nel più favorevole punto di osservazione, all'incrocio fra tutte le strade principali dell'opinione politica e culturale, è proprio questa soddisfazione rasserenante, questa sacrosanta riconciliazione col mondo come lo vorremmo (più moderno, più europeo) che quotidianamente mi offre la lettura della Repubblica. Leggendo questo giornale non ci si sente più orfani, non si ha più la sgradevole impressione di essere dei senzatetto culturali, gente allo sbaraglio, senza fondamento e senza punti di riferimento, senza dimora e senza linguaggio. La Repubblica rimedia a tutto questo. A questo e anche ad altro. E' la sintesi e il deposito, il punto di raccolta e di incontro di tutte le istanze che la nostra cultura più avanzata è in grado di esprimere. Leggendo le pagine centrali della Repubblica so di poter entrare dalla porta principale nella cultura e nella politica. Nulla può mancarmi, di moderno e di europeo, che la Repubblica non si sia adoperata ad offrirmi. Questo giornale ha solo dieci anni ed è emerso con l'emergere della nuova classe emergente. Impetuoso come un movimento spontaneo di massa, teleguidato come un'arma culturale moderna, predicatorio e frivolo, rivolto in tutte le direzioni come l'occhio del camaleonte, tempestivo e veloce nel catturare tutto ciò che si impone e nel difendere tutto ciò che trionfa, Biblib eca Gino Bianco

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