3. Il direttore di questo giornale queste cose le ha sempre sapute e le ha sempre dette. Nessuno, chissà perché, ne ha tenuto conto. Ma è proprio questa la ragione della loro perpetua attualità. 4. Inoltre e infine, tu che leggi la Repubblica appartieni a un'élite, sei dotato di intelligenza e di prestigio, e se non hai abbastanza potere, presto lo avrai, perché lo meriti e stai puntando sul cavallo vincente. Non hai certezze, hai solo dubbi: ma è proprio questo che distingue al giorno d'oggi i futuri dirigenti dai poveri di spirito. 6. « In che mondo vivi? » Almeno un volta è capitato a chiunque di sentirsi accusato con questo terroristico interrogativo. Cosl, nel corso di una discussione che forse stava scivolando impercettibilmente verso la polemica, all'improvviso siamo stati messi sotto accusa in questo modo. E qualunque sia stata la nostra reazione, lo scopo reale della domanda era questo: farci sentire degli idioti fuori posto, degli incompetenti, dei disinformati. Gente che non legge i giornali e che non si mette al passo col mondo, non si tiene al corrente. Quella domanda maligna incarna perfettamente la mentalità di chiunque, attivamente o o passivamente, scrivendo sui giornali o leggendoli, ne ha abbracciato in pieno, senza riserve, e magari con entusiasmo, la filosofia. Infatti, chi legge i giornali sa in che mondo vive. Il Dio senza volto, o dai volti innumerevoli, al quale ogni mattina, leggendo i giornali, viene rivolta la nostra umile preghiera è il Dio della Realtà e dell'Attualità: o della realtà come attualità. La nostra cultura critica può anche venirci in aiuto di fronte a un'insinuazione simile. Sappiamo che la realtà non è un monolito, non è una facciata interamente visibile, non è un elenco di argomenti e di fatti del tutto verbalizzabili, rapidamente verbalizzabili. La realtà (neppure quella attuale) non è la stessa cosa che la prima pagina dei giornali. Lo sappiamo bene. Eppure la nostra protesta di fronte a tanto semplicismo ricattatorio stenta sempre a mettersi in moto. Non aver letto il giornale è uno dei peccati di cui ci si vergogna di più. Quella domanda cosl denigratoria, cosl malignamente insinuante BibliotecaGino Bianco 13
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