l'oggetto, vi sono chiamato, e sono disposto perciò a battere la giusta via; o, se questo non è il caso, la serietà consiste in ciò: ch'io non mi occupi della cosa. Niente v'è di peggio, di più vile, di più demoralizzante, niente sa più di tradimento che, quando, di fronte ad una cosa, per cui vale aut-aut, aut Caesar aut nihil, si sta coll'intenzione di non compromettersi, di far delle inutili chiacchiere cordiali, e di darsi con esse dell'importanza (non si era dunque tanto indifferenti da trascurare la situazione di fatto e l'opinione della gente), darsi dell'importanza, dico, e render più difficile il compito di colui che vi è veramente chiamato. 15. Perché «l'uomo» ama soprattutto « il poeta»? E perché, dal punto di vista spirituale, « il poeta » è proprio il più pericoloso? Risposta: il poeta, dal punto di vista spirituale, è il più pericoloso, perché l'uomo ama soprattutto il poeta. E l'uomo ama soprattutto il poeta, perché esso è per lui ciò che vi è di più pericoloso. Infatti spesso, durante una malattia, il malato desidera specialmente quelle cose che gli sono più dannose. Considerato dal punto di vista spirituale, l'uomo, nel suo essere naturale, è un malato; egli è chiuso in un errore, in un'illusione, ama soprattutto di essere ingannato non solo per rimanere nell'errore, ma per potersi sentire soddisfatto nella sua illusione. E appunto il poeta è un ingannatore, che gli fa sempre questo servizio; perciò appunto l'uomo lo ama sopra ogni altro. Il poeta si rivolge soprattutto all'immaginazione: egli rappresenta vivacemente alla fantasia, fuori della realtà, il buono, il bello, il nobile, il vero, il sublime, il generoso e via dicendo. E come è incantevole, a questa distanza dal reale, il bello, il nobile, il sublime, il generoso ecc.! Ma se ciò mi fosse avvicinato, se mi si volesse costringere alla sua realizzazione, essendomi offerto non da un poeta, ma da una volontà energica, da un testimonio della verità che tende a realizzarlo lui stesso, orrore! Non lo si potrebbe sopportare. In ogni generazione sono pochi quelli cosi induriti e corrotti da voler eliminare il buono, il nobile e il vero; ma sono anche pochi 80 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==