c'è bisogno affatto di una pistola carica, o di minacciare qualche orribile genere di morte, perché piuttosto, né la pistola carica, né la minaccia di un orribile genere di morte saprebbe impedirlo. E cosl anche qui: voler ottenere, col timore di una punizione eterna (terribile minaccia! ), con il bando da un'eterna felicità, voler ottenere, dico, ciò che noi già siamo (giacché il cristiano è proprio ciò che noi intendiamo come tale): voler ottenere insomma che noi scegliamo la vita che più ci accomoda! La più vergognosa offesa che si possa fare a Dio è quella di cui la Cristianità si rende colpevole: di tramutar Dio, il Dio dello spirito, in una ridicola ciancia; è la forma più antispirituale di quanto mai fece il paganesimo, più antispirituale dell'adorazione di una pietra, di un bue, di un insetto, più antispirituale di tutto ciò che è possibile come antispiritualità, è proprio questo: adorare come Dio una tal razza d'idiota. 7. Se noi siamo realmente cristiani; se la « cristianità », il « mondo cristiano » è in re,~oladal punto di vista del cristianesimo; il Nuovo Testamento, « eo ipso», non è più e non può essere la guida per i cristiani. [ ... ] Il Nuovo Testamento, come guida per i cristiani, dato quel presupposto, diviene una curiosità storica, come la guida di un paese, dove da tempo tutto si è mutato. Una tal guida non può più servire a indirizzare realmente il viaggiatore: essa ha, tutt'al più, il valore di una lettura curiosa. Dove ora si corre comodi con la ferrovia, là, secondo la guida, s'apre « il terribile orrido del lupo, in cui si può precipitare settantamila braccia sotto la terra »; dove si siede tranquilli in un accogliente caffè, fumando placidamente il proprio sigaro, là, sempre secondo la guida, sta in agguato « una banda di ladroni pronta a balzar sui viaggiatori e ad ucciderli ». « Qui c'è » dice la guida; ma bisogna intender: « qui c'era», giacché ora non vi è nessun orrido, ma una ferrovia, nessuna banda di ladroni, ma un comodo caffè: e sarebbe affatto ridicolo immaginarsi che ora le cose stanno come erano tanti 68 Biblioteca Gino Bianco
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