DALLA PARTE DEL TORTO Chi è quell'imbecille? Sono io. Limitare il disonore. Un obiettivo che vent'anni fa avrei trovato ripugnante e assurdo, in quanto onore e disonore non sono graduabili. E in effetti si tratta di un proposito ben misero, una guitteria morale, una trovata da servo di commedia. Ma quand'ero giovane non potevo ipotizzare un fallimento di queste proporzioni. Se allora immaginavo il peggio, era la sconfitta politica per opera della controrivoluzione, e si manifestava nella repressione che, per quanto spietata (o proprio per questo), garantiva ai vinti l'onore dell'esilio, dèlla prigione e, al meglio, la gloria del patibolo. Il destino è stato derisorio. Nessuno vuole ucciderti. La razione quotidiana di offese che patisci proviene da istituzioni e persone animate dalle migliori intenzioni, e il trattamento a te riservato è più o meno lo stesso che tocca aUa stragran4e maggioranza della razza occidentale, che pare trovarsene bene. Per cui corri sempre il rischio di apparire (anche a te stesso) ·paranoico, snob, o semplicemente ridicolo. Così, per un po' subisci facendo finta di nulla, ev1ti le occasiòni, giri al largo, e ogni tanto reagisci. In altre parole, dopo aver incassato trenta o quaranta colpi, ti rintani in qualche angolo o buco dandoti per morto, in modo da evitarne altrettanti. Poi rimetti foori la testa. Giusto il tempo di buscarne sette o ouo. Allora ti 5':uoti: pari un cclpo o due e replichi a tua volta con due o tre colpi, €he nèl miBiblioteca Gino Bianco 3
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==