« L'immagine complessiva dello sviluppo economico e del profilo della società italiana che esce da tutto questo è molto complessa» (Alfredo Reichlin 1985). Se dunque la società in cui viviamo viene anzitutto e di continuo dichiarata complessa, questo fatto ci dice qualcosa piuttosto sullo stato della sociologia che sulla natura della società. Che razza di scienza sociale è mai questa, che non la smette un momento di gonfiarsi il petto chiamando complesso l'oggetto che dovrebbe spiegare! Dopo aver scommesso per qualche tempo sui miti e sulle ideologie, sulla scienza operaia e sulla critica dell'economia, politologi e scienziati sociali hanno di nuovo aperto gli occhi sul mondo reale e trovano che il mondo reale è complesso: è davvero assai complesso. Non permette riduzioni e scorciatoie, come poteva avvenire nella filosofia sociale dei secoli e decenni passati. Noiosa, dicotomica e dialettica era la vecchia società studiata dal vecchio marxismo. Meravigliosamente varia e vertiginosa è la società attuale. Ma la dilatazione del Terziario non è un fatto recente. Gli impiegati pubblici e le commesse dei grandi magazzini si sono moltiplicati da tempo. La scienzanon è entrata da ieri a far parte della produzione come capitale fisso e come forza lavoro. La stessa sfera della produzione si è progressivamente modificata fin dai tempi di Marx. Molte cose sono cambiate dalla metà dell'Ottocento a oggi. Ma questo significa che tutto è più complesso? Forse è solo più accentrato, decentrato, burocratizzato, ingovernabile. Ingovernabilità e complessità sono davvero la stessa cosa? Si parla spesso di accumulazione, senza ritegno. (C'è infatti molto bisogno di accumulazione per « rilanciare lo sviluppo»). Ma si parla sempre meno di sfruttamento. Ci sarà pure qualcuno che in qualche luogo inv:isibilesfrutta qualcun altro per accumulare. Ma perché dirlo. E soprattutto: a chi dirlo? La sinistra estremista di ieri (affollata di scienziati sociali) occupa posti di comando o di prestigio, dà consigli al Principe e teme il peggio. Gli sfruttati non sono più minacciosi, non turbano affatto gli scienziati sociali. Non c'è nessuno che bussi alla loro porta per estorcere qualche preziosa briciola di sapere scientifico non avariato e praticamente adoperabile. Nessuno che venga dal basso e voglia sapere 43 Biblioteca Gino Bianco
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