Diario - anno I - n. 1 - giugno 1985

Il neo-accademico prende in giro il vetero-accademico dopo essersene servito. Dicesi neo-accademico ogni individuo e comportamento che miri ad ottenere vantaggi accademici attraverso esibizioni anti-accademiche. Complessità. Complesso è ogni oggetto di conoscenza che si presenti un po' meno semplice della mente che lo contempla. Dopo essere apparsa relativamente semplice e comprensibile (un insieme ben coeso ma tuttavia diviso in alto e basso, inferiore e superiore, centro e periferia, servo e padrone, sfruttati e sfruttatori, patrizi e plebei, operai e capitale) ecco che all'improvviso la società appare agli occhi degli studiosi eminentemente complessa. Una miriade di elementi legati fra loro in modo poco chiaro. Un organismo senza scheletro. Una macchina che si muove senza motore e senza ruote. La società attuale post-industriale e post-moderna viene sempre più spesso definita « società complessa». E' un coro, è una parola d'ordine. E' un'espressione di soddisfazione cieca e di euforica impotenza. E' un modo di farsi coraggio? E' un alibi? Una scienza che definisce complesso il suo oggetto si trova in uno stato confusionale: solo che invece di riconoscerlo si nasconde dietro una seriosità ridicola e piena di pretese. « Complessità non è soltanto la quantità delle relazioni consentite dalle strutture, ma anche il loro grado di selettività: non è soltanto un nesso conoscitivo, assicurato per '{ia empirica, fra due variabili come la grandezza e la strutturazione, ma è anche la relazione che sussiste fra la determinazione positiva della grandezza e quella negativa, conseguente ad un effetto d'esclusione operato dalle strutture. La complessità, quindi, ha la propria unità nella forma di una relazione: quella che rende reciprocamente possibili le quantità d'elementi e gli ordinamenti riduttivi» (Niklas Luhmann 1975). « Una società semplice e piramidale è diventata, per sua spinta quotidiana interna e non per progetto di una qualche forza o leadership politica, una società complessa ... » (Giuseppe De Rita 1983). 42 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==