Diario - anno I - n. 1 - giugno 1985

rosi. Ma anche il culto ottocentesco dei Grandi Morti - con i suoi Pantheon, monumenti, imbalsamazioni, pietrificazioni - esprime questa sordida volontà di elezione e separazione. Si pensi al grado di depressione conosciuto dalla Chiesa dopo la Rivoluzione francese e per tutto il XIX secolo. Ma, pur disastrosamente sconfitta, in preda alla confusione e all'isteria, la Chiesa riesce ancora a mostrarsi superiore alla borghesia trionfante. La carità non è la giustizia, ma il profitto è molto peggio. Il popolo è per la Chiesa oggetto di tutela paternalistica, ma per la borghesia è solo oggetto di sfruttamento, materia da usare, corpo estraneo, fondamentalmente ostile, da tenere sotto controllo e, se diventa pericoloso, da prendere a cannonate. Si pensi alla Francia, all'Inghilterra, alla miseria morale della classe che fece l'unità d'Italia e ne resse il governo per i primi decenni, non escluso Garibaldi e il suo partito. Il cinismo, l'affarismo, la totale irresponsabilità verso le condizioni di vita del popolo, la rapacità e la vanagloria di questa classe finiscono per rivalutare lo squallido papato, il mediocrissimo clero, la Rerum novart,m... La pagina più significativa della letteratura risorgimentale è l'incontro col frate siciliano registrato dall'onesto scrupolo di Abba: ... Vorrebbe essere uno di noi, per lanciarsi nell'avventura col suo gran cuore, ma qualcosa lo rattiene dal farlo. - Venite con noi, vi vorranno tutti bene. - Non posso. - Forse perché siete frate? Ce n'abbiamo già uno. Eppoi altri monaci hanno combattuto in nostra compagnia, senza paura del sangue. - Verrei, se sapessi che farete qualche cosa di grande davvero: ma ho parlato con molti dei vostri, e non mi hanno saputo dir altro che volete unire l'Italia. - Certo; per farne un grande e solo popolo. - Un solo territorio! In quanto al popolo, solo o diviso, se soffre, soffre; ed io non so che vogliate farlo felice. - Felice! Il popolo avrà libertà e scuole. - E nient'altro! - interruppe il frate - perché la libertà non è pane, e la scuola nemmeno. Queste cose basteranno forse per voi piemontesi: per noi qui no. - Dunque che ci vorrebbe per voi? - Una guerra non contro i Borboni, ma degli oppressi contro gli oppressori grandi e piccoli, che non sono soltanto a Corte, ma in ogni città, in ogni villa. 28 Biblioteca Gino Bianco

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