Diario - anno I - n. 1 - giugno 1985

zione, risparmiare, investire bene i guadagni, sposare la donna giusta, educare i figli, riparare il tetto della casa... « Questa rivoluzione che vi siete impegnati a fare ... » E' mai possibile che faccia sempre dei sogni cosi derisori? Io che non sognavo niente del genere quando la rivoluzione sembrava, a parole, all'ordine del giorno ... E il rimprovero m'arriva adesso che la rivoluzione è tramontata, e per bocca di mio padre, uno degli esemplari di borghese meglio riusciti; nel bene e nel male, che abbia mai conosciuto ... Tuttavia m'ha fatto piacere rivedere mio padre. Per spiegare la fortuna millenaria della Chiesa non occorre scomodare il soprannaturale. Nonostante errori, cecità e delitti, nonostante l'opportunismo che caratterizza tutta la sua storia, la dottrina e la politica della Chiesa hanno quasi sempre rappresentato qualcosa di più e di meglio (meno peggio) rispetto a ogni altra alternativa filosofica e politica. Almeno fino al secolo scorso (Delescluze: « In poche settimane la Comune di Parigi ha fatto per la dignità umana più di otto secoli di altri governi. »). Questa superiorià è consistita per l'appunto nella cattolicità, l'universalismo, l'egualitarismo, l'interrazzismo. La prassi delle chiese cristiane è sempre stata una caricatura, una presa in giro dei principi sui quali pretendevano di fondarsi, ma ne restava pur sempre abbastanza per assicurare loro la sopravvivenza. Il pensiero e l'azione che si contrappongono alla Chiesa - l'Impero, il Rinascimento, la Rivoluzione scientifica, l'Illuminismo ... il Risorgimento - portano sempre il peccato originale dell'elitarismo. Prescindono dal popolo, ignorano « l'amore, la tensione degli uomini all'unione e l'attività che ne deriva » (Tolstoj), quando non lo escludono di proposito, come i vari pensieri gnostici, culti iniziatici, massonerie. Valori come Stato, Scienza, Unità nazionale, Potenza economica e politica, Libertà, Gloria ... che interesse potevano mai suscitare al di fuori di una ristretta cerchia di colti, ambiziosi, avventurosi che volevano distinguersi, arricchire, comandare? Gli umanisti arrivarono a concepire l'idea, mutuandola da Cicerone, di una vita ultraterrena riservata ai dotti e ai valo27 Biblioteca Gino Bianco

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