nata parentesi venatoria, avevano intanto raggiunto il loro campo, dove, impeccabili nelle divise bianche, scambiavano eccellenti colpi con le racchette insanguinate. Fine agosto. I turisti sono partiti. Nel silenzio subentrato al rumore di fondo di auto, moto, radioline, si può tornare a sentire a intervalli il canto disarticolato, i mugolii del demente che va su e giù per il viale senza destinazione né scopo. E' un sollievo. Clov. Credi nella vita futura? Hamm. La mia lo è sempre stata. E' morto Loris. Faceva il cameriere, Piccolo, minuto, sempre tirato a lucido. Tanto tempo fa, si accompagnava al nostro gruppo di amici per andare a puttane. Avrà avuto allora poco più di trent'anni, noi tra i venti e i venticinque. Avevano chiuso i casini e il commercio avveniva in modo semiclandestino tra bar, albergucci e case private di Cremona, Lodi, Pavia (per i piacentini; Piacenza era battuta da cremonesi, pavesi, lodigiani). Una di queste signore, per la quale Loris aveva una vera predilezione, mi disse una volta che Loris a letto non faceva niente: guardava, toccava un po', più che altro chiacchierava. Povero Loris, che l'avrà pagata anche più della tariffa perché fosse discreta. Forse Loris era impotente solo con lei, proprio perché gli piaceva tanto. O forse aveva una ragazza a cui voleva restar fedele. O forse era più o meno omosessuale. O forse ... Quel che soprattutto gli piaceva era di accompagnarsi a noi, più giovani e di buona famiglia, farci da guida, intrattenerci, parlare. Il viaggio, gli approcci, le trattative, il bicchiere, le chiacchiere, gli imprevisti, il ritorno, ancora un bicchiere, ancora chiacchiere, fare notte ... Aveva un inesauribile repertorio di barzellette oscene, e anche un bel po' di pettego16 Biblioteca Gino Bianco
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