donne chiesa mondo - n. 75 - gennaio 2019
DONNE CHIESA MONDO 34 DONNE CHIESA MONDO 35 l’espressione di una corporalità fatta parola, da un lato dinanzi al Dio della vita e dall’altro dinanzi al dubbio di Dio, che è il serpente, che la tradizione posteriore (cfr. Apocalisse 12, 1-6) interpreterà come drago anti-divino. Genesi 3, 14-20. Madre di tutti i viventi. Solo in quel momento, quan- do la donna ha mangiato e ha dato da mangiare all’uomo il frutto della conoscenza (occupando in qualche modo il posto di Dio), il te- sto ci può porre di fronte alla verità più profonda: «L’uomo chiamò la moglie Eva ( hawwa , zoè ), perché essa è/sarà la madre di tutti i vi- venti» ( Genesi 3, 20). L’uomo dice così che la donna non è più soltanto «carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa», bensì hawwa , ossia “vivente”. Non è riuscita a essere Dio (ha mangiato il frutto della conoscenza, ma non la vita di Dio), ma si è fatta Eva ( hawwa , zoè ), madre di tutto ciò che vive ( kol hai , “di tutti i viventi”, ton zònton ). Certamente, la donna non è Dio in sé, ma è una corporizzazione Docente della Facoltà di teologia dell’Uni- versità pontificia di Salamanca (1973-2003), è esperto di esegesi biblica e di storia delle religioni. Già mercedario, è sposato con María Isabel Pérez Chaves. Tra le sue opere: Hombre y mujer en las religiones (Estella, tà, come il testo continua a indicare. L’uomo ha iniziato cantando la donna («essa è carne dalla mia carne») ma poi resta in silenzio e la- scia l’iniziativa nelle mani di lei, che l’assume e si pone dinanzi al mandato di Dio, in gesto di rischio e di grandezza. La donna esplora così il significato della parola di Dio che ha or- dinato loro (a lei e all’uomo) «del frutto dell’albero [della conoscen- za] (…) non dovete mangiare (…), altrimenti morirete» ( Genesi 3, 3). L’uomo è rimasto passivo di fronte a quella parola, come se non avesse altro desiderio se non sua moglie. La donna invece dialoga con il suo pensiero interiore, che appare come serpente sacro, rischia e mangia il frutto dell’albero, porgendolo all’uomo perché anche lui lo mangi. Questa donna che esplora e mangia, penetrando con rischio nel cammino della conoscenza, nonostante l’avvertimento di Dio, è L’autore La creazione di Eva in una formella di Andrea Pisano per il campanile del duomo di Firenze Verbo Divino, 1996); Evangelio de Marcos (Estella, Verbo Divino, 2011); Las mujeres en la Biblia judía (Barcelona, Clie, 2013); Gran diccionario de la Biblia (Estella, Verbo Divino, 2015); Evangelio de Mateo (Estella, Verbo Divino, 2017). di Dio, come incarnazione umana della vita infinita. Non è una semplice costola/carne dell’uomo, il quale scopre in e con lei la sua pienezza personale, ma pre- senza e linguaggio di Dio, perché appare come madre non solo degli uomini, ma di tutti i viventi, poiché il suo corpo-vita è segno (parola viva) della fecondità cosmica. Genesi 4, 6. Corpo, causa di peccato? Continuiamo a leggere e vediamo che la prima lotta e morte fra uo- mini non avviene per colpa di donne, come talvolta è stato detto, ma di fratelli che si affrontano (Caino e Abele in Genesi 4, 1-16); subito viene però la guerra a causa di donne, come indica il canto di Lamech, che ha preso due mogli, minacciando di uccidere chi toccherà il corpo di una di esse (cfr. Genesi 4, 19-24). Emerge così il primo mercato e la prima guerra della storia, come disputa tra uomini a causa del corpo (e della maternità) delle donne. Per causa loro (per possederle e ru- barle) gli uomini combattono, istaurando una legge di dominio e di vendetta. Il testo prosegue su questa linea, narrando il primo peccato “totale” della storia. «Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nac- quero loro figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle ( tobim , buone/appetitose, come il frutto della conoscenza, che era tob , cfr. Genesi 3, 6) e ne presero per mogli quante ne vollero (…)
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