donne chiesa mondo - n. 75 - gennaio 2019

DONNE CHIESA MONDO 32 DONNE CHIESA MONDO 33 Corpo di donna di X ABIER P IKAZA L a donna biblica è corpo, non come materia opposta all’anima, ma co- me carne personale, in riferimento all’uomo (ad altri esseri umani) e a Dio, in una storia messianica aperta al compimento futuro. Questo corpo di donna nella Bibbia si può studiare da prospettive differenti, con diversi argomenti, che espongo qui in modo generale, tracciando una visione che va dalla Genesi all’Apocalisse, nell’ottica dell’esegesi canonica o credente. Genesi 1-2. Corpo di donna, una relazione. La donna biblica non è un corpo-dea, come la Venere o la Madre divina, dal ventre e dal se- no grande, che troviamo non solo nei popoli di quell’area, ma nella stessa terra d’Israele, dove essa è stata, insieme all’uomo-toro, il se- gno più frequente della divinità. Questa donna-dea (Ashera, Ishtar/Astarte o regina dei cieli) è stata cancellata e rifiutata dalla Bibbia, ma la sua ombra (vuoto) riappare spesso, dal Pentateuco all’ Apocalisse di Giovanni. Scompare la dea corpo ed emerge al suo posto il corpo concreto della donna persona, vincolata all’uomo in uguaglianza, come dice Genesi 1, 27-29 («maschio e femmina li creò»), formando così l’unica umanità, a immagine e somiglianza di Dio. Il primo simbolo dell’umanità non è quindi un uomo o una donna, ma i due uniti, co- me corpo duale, portatori di vita (siate fecondi e moltiplicatevi), con dominio comune sulla terra. Ma subito dopo aver detto «maschio e femmina li creò», Genesi 2, 4-25 afferma, da una prospettiva diversa, che Dio iniziò creando un Adamo o (“essere umano”) nella sua totalità, con dominio sugli ani- mali, ma in solitudine, senza compagnia. Poco dopo, perché avesse compagnia, Dio fece scendere un torpore su di lui, tolse una costola dal suo corpo e plasmò con essa una donna in carne e ossa, di modo che scomparve l’uomo unità (totalità) e ne nacquero al tempo stesso due, come persone: l’uomo (con una parte fuori da se stesso, nella donna) e la donna (anch’essa con una parte fuori da se stessa, nell’uomo). In tal modo nacquero uomo e donna, allo stesso tempo, già come persone, per cui l’uomo risultante poté proclamare la propria parola (come quella di Dio in Genesi 1), ratificando l’identità della donna che si leva già di fronte a lui, come corpo in relazione, ossia come persona: «Questa volta essa è carne ( basar ) dalla mia carne e osso dalle mie ossa (…) Per questo l’uomo ( ish ) abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie ( issah ) e i due saranno una sola carne ( basar )» ( Genesi 2, 23-24). Non ci fu pertanto un uomo previo, dal quale nacque poi la don- na, ma un essere umano indefinito, che, nel venire diviso da Dio, fu ricreato sotto forma di uomo e donna, due persone allo stesso tempo, una prima dell’altra e con l’altra, di modo che ognuna fosse al tempo stesso dentro di sé e fuori di sé. Uomo e donna nacquero in tal senso incompleti, ma in modo tale che la loro stessa carenza finì col pre- sentarsi come la loro maggiore ricchezza, perché ognuno trovò la sua pienezza nell’altro ed entrambi poterono parlarsi e unirsi formando una carne completa ( basar , sarx ), l’umanità intera, come parola e cor- po condivisi. Genesi 3, 1-8. Corpo di donna, rischio e ricchezza di Dio . La donna biblica non è corpo-dea, come Ashera-Ishtar, ma è vicina alla divini- S IMBOLI NELLA B IBBIA

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