donne chiesa mondo - n. 75 - gennaio 2019
DONNE CHIESA MONDO 26 DONNE CHIESA MONDO 27 La copertina dell’autobiografia D ONNE DI VALORE di G IANNI C RIVELLER J ulia Ching, morta a 67 anni nel 2001, è stata una sinologa di fa- ma mondiale per i suoi studi sulle religioni e sulla filosofia della Cina. Tra i suoi numerosi libri, due sono considerati fon- damentali per lo studio dei due importantissimi filosofi confu- ciani Zhuxi e Wang Yangming. Hans Küng l’aveva scelta come interlocutrice accademica per la stesura del volume sulle religio- ni cinesi, nell’ambito del suo noto progetto di confronto tra cristianesimo e religioni mondiali. Morì dopo una lunga battaglia contro il can- cro, nella quale aveva riportato vittorie e scon- fitte. Vicende che descrisse, come un lungo inti- mo viaggio, nella bellissima autobiografia The Butterfly Healing (La guarigione della farfalla, 1998). I primi segni della malattia erano comparsi quando Julia era suora cattolica a Taiwan, mem- bro dell’ordine delle orsoline. Facendo la doc- cia, aveva scoperto una cisti nel seno, ma la su- periora non le permise controlli tempestivi e questo contribuì all’aggravarsi della malattia e, anni dopo, all’abbandono della vita religiosa che mise a rischio la sua fede cattolica. La famiglia Ching era fuggita dalla nativa Shanghai durante la seconda guerra mondiale per trovare rifugio a Hong Kong. Julia, nata nel 1934, nella ex colonia britannica frequentò scuo- le cattoliche fin da piccola. Il liceo per sole ra- gazze era gestito dalle suore canossiane italiane, Julia ne fu ben impressionata, e a 16 anni decise Julia Ching di ricevere il battesimo nella Chiesa cattolica. Frank, il fratello, seguì il suo esempio. Giovane brillantissima, si trasferì negli Stati Uniti per intraprendere gli studi universitari al New Rochelle College (New York), che appar- tiene all’ordine delle orsoline. Attratta dalla per- sonalità di suor Hilda, sua insegnante di filoso- fia, Julia decise di diventare suora. Conseguito un master all’Università cattolica d’America (Washington), non convinse però le superiore della sua vocazione agli studi e, in ossequio alla mentalità per cui lo spirito di obbedienza dove- va essere testato per contrarietà, fu inviata in una remota area montagnosa dell’isola di Tai- wan. Julia accettò obbedendo con devozione. Ma la comunità religiosa era francese e non par- lava la lingua della gente, il cinese. Julia, che sapeva molte lingue, faceva fatica a esprimersi in francese. La superiora, la stessa che non si era allarmata per i primi segni del cancro, non solo non mostrò alcuna simpatia per la giovane sorella cinese educata in America, ma leggeva le sue lettere, violando le regole dell’ordine che tu- telavano il diritto alla privacy. Dopo la triste vicenda di Taiwan, Julia non abbandonò la vita religiosa, nonostante si sen-
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