donne chiesa mondo - n. 75 - gennaio 2019
DONNE CHIESA MONDO 24 DONNE CHIESA MONDO 25 da lui “il Signore è con te”, scendiamo fin lì perché la salvezza che viene per le donne e per gli uomini venga a dimorare in noi. Ringra- zio tutte le diocesi che non hanno atteso l’annuncio di questa riforma per arricchirsi con la predicazione delle donne nel corso dell’ome- lia». Care sorelle e cari fratelli, questa omelia è stata pronunciata dieci anni fa dal nostro amato vescovo ora scomparso. Lui è stato un pila- stro di questa grande riforma. Ringraziamolo oggi, primo giorno dell’anno 2050, per questo cammino di cambiamento che prosegue. Che su di noi, figlie e figli di Abramo, discenda la benedizione di nostro Dio, affinché la nostra parola sia fecondata dal suo sguardo, dal suo Spirito e dalla sua compassione per ognuno. Amen. vati. Da qualche anno viviamo un altro modo di fare Chiesa; e rin- grazio tutte quelle che nel mezzo delle tempeste, come pure nei mo- menti di calma e in modo invisibile, catechizzano, organizzano le preparazioni al matrimonio e anche le celebrazioni funebri. Le rin- grazio per essersi alzate e aver osato gridare, protestare e averci quasi “boicottato” per lunghe settimane. Ricordiamocelo: è stata una vera presa di coscienza. Che cosa saremmo senza le donne? E che cosa sa- remmo diventati senza di loro? Verso quale tracollo saremmo andati senza la loro efficace presenza? Oggi vorrei che le nostre orecchie fossero libere e aperte ad altre risonanze. Noi abbiamo nel nostro patrimonio donne dottori della Chiesa, ed è una fortuna. Penso a santa Ildegarda di Bingen e a san- ta Caterina da Siena che hanno percorso il mondo, annunciato la sal- vezza in ogni occasione opportuna e non opportuna. Ancora più lon- tano, penso alle profetesse della Bibbia, si chiamino esse Ester o De- bora, o ancora a tutte le donne citate nella genealogia di Gesù. La salvezza viene dalle donne e viene anche attraverso le loro pa- role. Le nostre omelie — come dice il significato greco — esistono per entrare in conversazione. È quindi urgente invitarle a prendere la pa- rola e lasciare a loro le omelie. Faremo tutto il possibile per dare alle donne e ai laici la possibilità di tenere le omelie durante le nostre messe domenicali. Ad alcuni ciò sembra una rivoluzione, ma non è così. San Tomma- so d’Aquino nel suo commento su san Giovanni spiega che la sama- ritana è il modello della predicazione apostolica. In effetti per lui il fine della predicazione — e vale anche per le omelie — è una cono- scenza della fede fondata sull’incontro con Cristo. Questa donna, la samaritana, nutrita dell’ascolto di Cristo, annuncia ciò che è necessa- rio perché quanti l’ascoltano vadano incontro a Cristo, e Tommaso d’Aquino aggiunge in modo chiaro e preciso: “Questa donna assume la funzione degli apostoli portando il messaggio”. Pensiamo all’appellativo dato a Maria Maddalena fin dai primi se- coli; era chiamata “l’apostolo degli apostoli”. È giunto il momento di aprire gli occhi e le orecchie per ridare alle donne il loro posto nella trasmissione della parola durante le nostre eucaristie. Oggi la salvezza entra in noi e come Zaccheo scendiamo. Scendia- mo dalle nostre illusioni, dai nostri pregiudizi, dalle nostre false cre- denze, dalle nostre inerzie, dalle nostre parole vuote, dalle nostre fal- se scuse, scendiamo in un luogo che ci separi da questi idoli, separia- moci dalle nostre illusioni. Scendiamo per raggiungere gli invisibili, i muti, i feriti e i fragili, scendiamo dentro di noi per esservi visitati e perdonati, scendiamo a prendere la mano di Cristo e a sentirci dire Albert Gleizes «La donna con il vaso di fiori» (1910)
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