donne chiesa mondo - n. 75 - gennaio 2019
DONNE CHIESA MONDO 20 DONNE CHIESA MONDO 21 schile, mentre oggi le donne costituiscono un’importante fetta dell’azione costitutiva della Chiesa nel mondo. Religiose e laiche competenti e formate, attente alle istanze di una vita globalizzata ma sempre vigili sulle necessità delle realtà particolari, costituiscono, supportano e promuovono strutture ove sono diventate punti di rife- rimento solidi e continui. Quindi qualche piccolo, timido passo è stato fatto in questo senso e già se ne vedono i frutti, anche se molto, molto rimane da fare. Il dato che colpisce è che, mentre nella quotidianità del lavoro, l’ele- mento femminile costituisce una decisiva costante di riferimento, quando poi si guarda ai ruoli di vertice negli uffici, improvvisamente la presenza femminile diminuisce sino a scomparire, in un indistinto trasparente. Il diritto canonico non annulla, né deve annullare, la differenzia- zione tra uomo e donna. Se facesse questo negherebbe oggettivi aspetti di realtà, ma altra cosa è ammettere, implicitamente o esplici- tamente, condizioni di diseguaglianze. E allora cosa si aspetta a varcare la soglia? Professioniste valenti, di comprovata dedizione e formazione ani- mano da anni gli uffici giudiziari del mondo ecclesiastico e vaticano, unendo, a livelli di competenza indiscusse, capacità di gestione e di approfondimento umane e professionali a tutto tondo. Né si può, ormai, ricorrere a “motivazioni” e “giustificazioni” di più o meno complessa natura… Un conto è incardinare questo tema nella prospettiva della potestà di ordine; ben diverso è innestarlo nella potestà di giurisdizione ove, certamente, è ben possibile, anzi ormai doveroso, cominciare a dover disporre. sito terrasanta.net ). «Le donne danno la vita, e quindi sanno meglio di chiunque altro cosa essa sia, e quale valore abbia. Sono sicuro che potrebbero raggiungere dei risultati laddove molti uomini hanno invece fallito sinora». In memoria delle figlie, Izzeldin ha creato la fondazione Daughters for Life (“figlie per la vita”) che si basa sull’idea che il cambiamento sociale e la soluzione dei problemi del Medio oriente passino attraverso l’educazione delle giovani donne, a cui deve essere dato maggiore spazio e maggior potere nella società e nelle istituzioni. Le pescatrici del lago Kivu per un nuovo Rwanda «Here we go! May God watch over us!» è il ritornello che tradizionalmente i pescatori recitano calando al tramonto le loro piccole navi di legno nel lago Kivu. Da qualche tempo però alle voci maschili, se ne sono aggiunte di femminili. Nel bellissimo reportage uscito qualche settimana fa sul >> 18 malizzava e concretizzava un percorso che si lasciava alle spalle im- portanti rigidità che possiamo definire clericali. Anni sono trascorsi da quel momento e la storia dei nostri giorni ha consolidato alcuni traguardi, anche se l’importante presenza fem- minile in ogni profilo della vita della Chiesa presupporrebbe la con- cretizzazione di maggiori risultati. Le donne costituiscono ormai, infatti, un punto di riferimento im- prescindibile in ogni attività e funzione. L’evangelizzazione è costel- lata di importanti e fondamentali esempi contemporanei, così come le donne sono presenti, discrete ma tenaci, in ogni ambito che sup- porti la vita e la struttura ecclesiale in ogni sua manifestazione. Tuttavia, nonostante importanti aperture succedutesi nel tempo e annunciate in fondamentali documenti pontifici, la strada per il rico- noscimento di una piena condizione paritaria sembra ancora non del tutto aperta, anche se il cambiamento del linguaggio dovrebbe stimo- lare un cambiamento di mentalità. Nella Evangelii gaudium , ad esem- pio, è significativo il linguaggio adottato: «un popolo per tutti», «tutti siamo discepoli e missionari», «da persona a persona». Nella stessa esortazione apostolica l’insegnamento della Chiesa sulle questioni sociali è pieno, ed espressi sono il riferimento e il ri- chiamo ad aprirsi e a farsi portatori del messaggio di san Francesco e di santa Teresa di Calcutta, quindi un uomo e una donna. Molte sono le Christifideles , siano esse religiose o laiche, che svol- gono ruoli di fondamentale importanza sia per gli ordini cui appar- tengono sia quando vengono chiamate a collaborare in uffici della Curia romana. La nota che contraddistingue la loro presenza è una piena com- prehensio, nel senso etimologico del termine, della situazione in cui sono chiamate a collaborare o hanno scelto di farlo. Il canone 208 riconosce la piena vigenza della eguaglianza tra fe- deli: eguaglianza di dignità e azione, ciascuno secondo la propria condizione e il proprio munus , così come tracciato dalla Lumen gen- tium , tuttavia appare ancora lungo il percorso da compiere. Nella prassi, infatti, non si ha riscontro di quanto ampiamente enunciato nel dettato del Codice e nei documenti successivamente pubblicati. Basti pensare alla evoluzione che si è verificata nel corso degli an- ni negli ambiti giudiziari. I luoghi ove si amministrava la giustizia in ambito ecclesiastico in genere, erano, sino al 1983, di pressoché esclusiva competenza ma- Massimo Campigli «Le tessitrici» (1950, particolare) >> 23
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