donne chiesa mondo - n. 75 - gennaio 2019

DONNE CHIESA MONDO 16 DONNE CHIESA MONDO 17 Sono cose note, ma le ripeto perché troppe volte lo studio di una religiosa viene visto come tempo sprecato, come se la religiosa, stu- diando, perdesse il senso di obbedienza e di umiltà. Purtroppo que- sta è ancora l’opinione che tante persone hanno delle suore che stu- diano, perché credono che la religiosa dopo lo studio si monti la te- sta. Ma io nella mia piccola esperienza posso affermare che lo studio mi ha aiutata a capire il senso più profondo del servizio, a percepire le difficoltà degli altri. Quindi ringrazio tanto la mia superiora che mi ha dato questa possibilità. Non si può esaltare troppo l’aspetto di Gesù servo, dimenticando lo stesso Gesù maestro che insegnava nel tempio. Questo per dire che c’è pure quello che si potrebbe chiamare l’apostolato o il servizio intellettuale. Chiediamo prima di tutto alla madre Chiesa che si impegni molto per la formazione delle religiose: suore capaci di operare delle scelte radicali per Cristo e per la dignità della donna. Formare delle religio- se combattenti che hanno il coraggio di denunciare e dire no agli an- tivalori, che umiliano la donna e impoveriscono il senso e il valore della consacrazione religiosa. La Chiesa ha bisogno di religiose che possano fare un servizio intellettuale a tutti i livelli per riscoprire il valore autentico del servizio. Gino Severini «Donna che legge» (1915) N EL CONVENTO BENEDETTINO DI F AHR Dalla tradizione alla profezia di B ARBARA C AMPLANI S ul finire del mese di ottobre inizia a circolare sui mezzi di informa- zione una fotografia che ritrae una quindicina di suore sorridenti e fiere; fra le mani reggono cartelli in cui si legge: «Voto per le donne cattoliche». È un’immagine potente, proveniente da un angolo remo- to della Svizzera: il convento benedettino femminile di Fahr. La loro azione aderisce a una campagna di protesta internazionale contro le disparità di genere presenti al sinodo sui giovani, che ha ammesso fra i votanti un paio di padri superiori non ordinati, ma non le madri superiori. Una diseguaglianza che non ha cause dottri- nali, ma è solo frutto di una mentalità difficile da sradicare. La priora del convento, Priorin Irene, mi accoglie cordiale e, nelle pause fra le ore di preghiera e di lavoro che scandiscono la giornata benedettina, racconta la sua testimonianza: «Noi donne facciamo parte di questa Chiesa, e quindi dobbiamo poter far sentire la nostra voce e apportare il nostro contributo». «La nostra azione — continua — è il risultato di un lungo cammi- no fatto insieme su questo tema». La parola “cammino” non potreb- be essere più indicata: nel 2016, infatti, le suore di Fahr sono state fra le protagoniste di un pellegrinaggio a piedi da San Gallo (Svizzera)

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