donne chiesa mondo - n. 75 - gennaio 2019

DONNE CHIESA MONDO 14 DONNE CHIESA MONDO 15 alle università e quelle che hanno le loro case madri in occidente e vengono mandate là per studiare. Su queste ultime, in genere, grava l’obbligo di studiare e frequentare i corsi senza sospendere la loro vi- ta di servizio, il lavoro manuale al quale l’istituto di appartenenza le destina. Nel complesso, però, alle religiose le borse di studio concedono un tempo troppo breve per la preparazione, che non contempla il periodo necessario a imparare la lingua nella quale si svolgono le le- zioni e il necessario ambientamento di fronte a nuove materie e nuo- vi metodi di studio, tempo che invece viene abitualmente concesso a sacerdoti e seminaristi, che inoltre non sono mai sottoposti all’obbli- go di lavori domestici. In sostanza, si tratta di un’offerta di studio di natura decisamente inferiore rispetto a quella della quale usufruiscono i maschi, come se l’istruzione delle donne fosse un problema facoltativo e secondario. Ma i tempi sono cambiati, le donne desiderano occupare posti di direzione come gli uomini, come loro sanno di essere state create a immagine e somiglianza di Dio. Le religiose che vivono nelle loro comunità devono avere il tempo a disposizione per lo studio ed essere libere di fare programmi o pro- getti, perché lo studio è un tempo di preparazione per il servizio alla Chiesa. Più abbiamo religiose ben formate più possiamo fare bene il nostro servizio. Sono ben consapevole che i tre anni della formazione alla vita consacrata non bastano e non possono bastare per capire co- sa sia il servizio alla Chiesa, come va fatto e perché si fa. La nostra urgenza non è occupare posti, bensì formare persone ca- paci di dare il meglio di sé, poiché non si può dare agli altri quello che non si possiede, come dice il proverbio italiano: «La botte dà il vino che ha». Bisogna dare alle consacrate il tempo e i mezzi per studiare bene, in questo modo avranno la possibilità di conoscersi e di sviluppare la propria autostima, per poter apprezzare anche le buone qualità degli altri, essere esigenti con se stesse prima di esserlo con gli altri, essere contemporaneamente oggettive e comprensive. Colei che non si conosce a sufficienza o che non ha stima di sé, vive sotto l’influsso della paura: paura di non conoscersi, paura della sua responsabilità e paura della libertà degli altri. In una parola, paura di se stessa e del suo vuoto interiore. Questa insicurezza personale non aiuta la religiosa nel suo apostolato, anzi la porta quasi inevitabil- mente ad assumere atteggiamenti di rigidità, severità, fissazione, rigo- rosità e inflessibilità con gli altri. finché non finiscono la scuola, e tornano solo quando, divenuti genitori a loro volta, desiderano che i figli ricevano i sacramenti». La colpa però non è loro, precisa ancora la religiosa intervistata da Amanda Murthy: manca infatti nella Chiesa spazio e attenzione per questa fascia di età. Con una formazione accademica nell’ambito della spiritualità, suor Margaret Scharf ha una vasta esperienza in direzione spirituale e supervisione, e da anni conduce ritiri e presentazioni per parrocchie, personale scolastico cattolico e comunità religiose. Tra l’altro, un suo obiettivo è quello di una seria formazione per gli educatori cattolici: «Ho scoperto, infatti che ci sono pochissimi programmi specifici rivolti a loro. È così importante invece che gli educatori cattolici siano dotati delle conoscenze necessarie per consentire ai loro studenti e al personale di essere leader migliori, impegnati a favore di una società che davvero incarni gli >> 18 >> 12 Far studiare una suora non è tempo sprecato di R ITA M BOSHU K ONGO L e donne dei paesi del Terzo Mondo trovano indubbiamente nella Chiesa una possibilità di istruzione e di preparazione professionale molto importante, in diversi luoghi unica. E questa possibilità riguar- da ovviamente anche quelle che scelgono la vita religiosa, scelta che spesso matura nelle scuole che frequentano, gestite da suore. Questa dell’accesso all’istruzione è una possibilità importante, si può addirit- tura definire un’esigenza dovuta alla propria missione di donna. A maggior ragione valida per le religiose chiamate a servire in tutto il mondo, che hanno il diritto e il dovere di essere ben formate, ben preparate per compiere il servizio che viene loro richiesto. Ma purtroppo l’iter scolastico di preparazione delle religiose è de- cisamente insufficiente: solo tre anni di formazione alla vita consacra- ta, e per molte lo studio si ferma lì, con l’ovvia conseguenza che la loro destinazione diventerà quella del servizio domestico, dei lavori di fatica. Poi ci sono quelle che riescono a continuare grazie a delle borse di studio e che perfezionano i loro studi, in genere a Roma. Queste ultime si possono distinguere in due categorie: quelle che hanno ricevuto borse di studio e vengono ospitate da collegi annessi A NCHE NEL T ERZO M ONDO

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