donne chiesa mondo - n. 75 - gennaio 2019
DONNE CHIESA MONDO 10 DONNE CHIESA MONDO 11 P ER TUTTI I CONSACRATI , DONNE COMPRESE Diritto a un percorso di studi solido e coerente di N ICLA S PEZZATI S imone Weil nel saggio Riflessioni dell’utilità degli studi scolastici al fine dell’amore di Dio rimanda allo studio come sapienza dello sguardo, sottolineando la valenza femminile di quell’attitudine all’apprendi- mento che mentre si arricchisce di dati e di nozioni, li supera nella visione d’anima, come sintesi feconda che non permette di irrigidire, in stereotipi e forme annose, persone, situazioni, istituzioni. Il fem- minile porta a gestazione e genera, rifiutando la stagnazione e gli in- fossamenti in cui intelletto, vitalità e pratiche potrebbero gemere. L’attenzione all’umano e ai suoi significati universali, oltre le diverse appartenenze, viene indicata da Simone Weil come fondamentale per il terzo millennio: «Il cristianesimo deve contenere in sé tutte le vo- cazioni, senza eccezione, perché è cattolico». Ma occorre che le don- ne consacrate abbiano la possibilità concreta di procedere in questo cammino di abilitazione. Papa Francesco nel 2017 ha approvato la pubblicazione degli orientamenti Per vino nuovo otri nuovi , emanati dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica e che guardano con favore gli studi per le religiose, ma in cui si riflette un Certo questa proposta si scontra con un pregiudizio molto radica- to: che ascoltare le religiose non sia di nessun interesse, che le reli- giose non pensino proprio niente, prive come sono di cultura e dedi- te a lavori servili (quasi sempre nei confronti dei preti). Ho sentito perfino un dirigente vaticano chiamare le suore «teste di cotone» per sottolineare la loro povertà intellettiva. Certo gli esempi in questo senso non mancano: le molte suore che lavorano incessantemente con compiti di servizio di vario tipo in Vaticano devono tenere un conte- gno sottomesso, accettare che il loro lavoro intellettuale se buono venga attribuito al superiore di turno, devono in sostanza scomparire come personalità individuali. «Sono loro che preferiscono così» mi viene detto spesso… Come se il sacrificio di sé fosse l’unico modo per vivere la voca- zione religiosa, come se questa non fosse l’unica moneta di scambio di cui dispongono le congregazioni femminili per ottenere qualcosa di cui hanno bisogno, come se si volessero chiudere gli occhi davanti alla realtà: il sacrificio delle donne è utilizzato solo per rafforzare il potere di chi già ce l’ha.
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