donne chiesa mondo - n. 75 - gennaio 2019

DONNE CHIESA MONDO 8 DONNE CHIESA MONDO 9 Chiesa, come se non avessero niente da dire. Eppure ascoltarli non sarebbe certo una decisione rivoluzionaria: l’istituzione già esiste da decenni, ha una solida esperienza in vari campi, conosce in modo ap- profondito la situazione dei cattolici nel mondo, è fertile di idee e di nuove esperienze di evangelizzazione. Viene spontaneo domandarsi come mai in un contesto in cui si cerca in molti modi di dare un volto sinodale alla Chiesa, non si sia mai pensato di coinvolgere nelle riunioni le rappresentanti di questa e di altre associazioni mondiali di religiose: non sarebbe forse neces- saria la loro voce nelle riunioni del consiglio di cardinali costituito dal Papa un mese dopo la sua elezione, e non sarebbe indispensabile prevedere la loro attiva partecipazione alle congregazioni generali che precedono e preparano il conclave? Allo stesso modo, le conferenze episcopali dei vari paesi non po- trebbero coinvolgere le congregazioni di suore impegnate al loro fianco, per ascoltarle ed eventualmente valutare le loro proposte? Non sarebbe prudente e utile coinvolgerle nel discernimento che pre- cede ogni promozione di un sacerdote all’interno della Chiesa? Chiunque si può rendere conto che nei momenti decisionali della vita della Chiesa le donne — ma soprattutto le religiose — non sono previste, non sono ascoltate, e si procede come se non esistessero, co- me se non costruissero da millenni la tradizione cristiana insieme con gli uomini. Se si vuole veramente dare un colpo al clericalismo, bisogna co- minciare di lì, dalle religiose, e non tanto come singole persone — co- sa che ovviamente può anche succedere, ma solo in casi di competen- za specifica — ma soprattutto nella forma collettiva delle associazioni già esistenti. Perché inserire la presenza di qualche donna qua e là nei dicasteri, in genere isolata e scelta fra le più ubbidienti, non cambia niente. È solo una foglia di fico, che simbolicamente significa qualcosa, ma nella realtà continua ad avere poca rilevanza. Se si pensa che perfino nella congregazione per i religiosi — nonostante le donne costituisca- no quasi i due terzi del numero complessivo dei religiosi — c’è una sola sottosegretaria, ovviamente sovrastata, per quanto si possa dar da fare per far sentire la sua voce, da tutti i dirigenti sacerdoti, si ca- pisce come le religiose non siano mai ascoltate nella loro realtà com- plessiva, attraverso persone elette da loro. La scelta di coinvolgere le associazioni di religiose esistenti — le cui dirigenti sono votate democraticamente — è il solo modo per sfuggire al pericolo evidente di paternalismo nei loro confronti. Nelle pagine 6, 9 e 10 tre fotografie di Sebastiana Papa sulla vita religiosa tratte dal libro «Le Repubbliche delle Donne» (Roma, Postcart/Iccd 2013, pagine 460)

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