donne chiesa mondo - n. 74 - dicembre 2018
DONNE CHIESA MONDO 12 DONNE CHIESA MONDO 13 fa di noi il corpo e il sangue del Signore Gesù: straordinario metabo- lismo spirituale! Guglielmo di Auxerre, un teologo dell’inizio del XIII secolo, così ha tentato di esprimere tale esperienza: «Di questo pane si afferma con verità che reca in sé ogni diletto: diletta lo sguardo spirituale con la sua bellezza (cfr. Salmi 45, 3); diletta l’udito spiritua- le con la sua melodia (cfr. Cantico dei cantici 2, 14), diletta l’olfatto spirituale con il suo profumo (cfr. Cantico dei cantici 1, 3), diletta il gusto spirituale con la sua dolcezza (cfr. Cantico dei cantici 1, 2; 2, 3; 5, 16); diletta il tatto spirituale con la sua soavità (cfr. Cantico dei can- tici 4, 10)» ( Summa aurea IV , tr. 5, c. 1, f. 16/bc). E nel Messale si leg- ge una splendida orazione dopo la comunione: «L’azione del tuo do- no celeste, Signore, possieda le nostre menti e i nostri corpi, affinché in noi preceda sempre il suo effetto e non il nostro sentire» ( XXIV do- menica per annum ). Tutte variazioni sul tema dell’interpretazione in chiave eucaristica di un versetto dei salmi, all’interno della grande tradizione cristiana: «Gustate e vedete com’è buono il Signore!» ( Salmi 34, 9). Come l’eucaristia è la sintesi sacramentale dell’intera vi- ta di Gesù, spesa e donata per amore, così, con il gusto spirituale re- so vigile e allenato dalla meditazione della sua vita, il credente cri- stiano può gustare e vedere la bontà del Signore, cercando di trarne ispirazione per la propria esistenza. Niente scacchi per le suore Tra gli innumerevoli campionati di scacchi, vi è anche la Clericus Chess, giunta quest’anno alla quinta edizione, con una novità: la competizione non è più riservata ai sacerdoti perché vi potranno partecipare anche diaconi, seminaristi di ogni nazionalità, ministranti e religiosi, comprese dunque suore e monache di ogni ordine riconosciuto dalla Santa Sede. L’iniziativa, in calendario a Roma il 30 novembre e il 1° dicembre, si concluderà con una classifica internazionale e una per il titolo italiano. Alcune settimane prima dello svolgimento della gara, però, Giuseppe Sgrò, responsabile dell’organizzazione, ha comunicato che nessuna donna di fatto parteciperà alla gara: «La verità è che le suore non possono lasciare le loro D AL MONDO >> 15 N EL FILM I L PRANZO DI B ABETTE Il sapore della salvezza di C ATHERINE A UBIN P er entrare nel film Il pranzo di Babette , bisogna sedersi, prendersi il tempo di vedere, degustare ciò a cui si sta per assistere. Il titolo non parla proprio di «banchetto» e dunque di pranzo, anzi di nozze? Ep- pure il banchetto si svolge solo nella seconda parte del film. Come se tutto ciò che viene prima non fosse altro che un preludio per familia- rizzare con i personaggi e assaporare quel pranzo. Filo conduttore del film sarà proprio il gustare. Gustare la vita e le scelte dei perso- naggi, gustare la bontà, gustare la gratuità, la sovrabbondanza e l’amore, gustare la salvezza di Dio, e infine gustare la grazia e la veri- tà perché esse finiranno coll’abbracciarsi (cfr. Salmi 84, 11). Il pranzo di Babette sarà il “luogo”, il “momento”, in cui l’appetito fisico entra in armonia con l’appetito spirituale; quel banchetto diverrà una vera storia d’amore. La prima scena del film ci mostra il mare infinito con i colori dei paesi scandinavi. Questo paesaggio ritornerà regolarmente nel corso del film. Come un orizzonte da non perdere di vista. Siamo dunque in un villaggio della Danimarca, sulle coste dello Jutland, nel XIX se- colo. Lì abitano due sorelle, Martina e Filippa, figlie del pastore. Il
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