donne chiesa mondo - n. 73 - novembre 2018

DONNE CHIESA MONDO 34 DONNE CHIESA MONDO 35 alcuni requisiti e godere della stima degli altri cristiani. Erano le co- siddette vedove “catalogate” o “canoniche” e costituivano una specie di associazione con scopi caritativi e di apostolato. Oggi l’ordine del- le vedove ( ordo viduarum ) sta riprendendo vigore dopo la quasi scomparsa nei decenni passati. Infatti, il numero delle vedove consa- crate al Signore è in continua crescita nel continente europeo. In Ita- lia almeno una quindicina di diocesi hanno istituito l’ordine delle ve- dove e si contano circa duecento consacrate. Perso il marito, hanno rinunciato a nuovi affetti coniugali per vivere la vedovanza unite a Gesù Cristo. Si dedicano alla cura della famiglia e al servizio della Chiesa, collaborando nelle attività pastorali delle parrocchie. Esse so- no un dono prezioso che va custodito e incentivato con gratitudine e amore. Ma torniamo alla Scrittura, proprio per parlare delle vedove nella Chiesa primitiva, della loro situazione all’interno della famiglia, della loro funzione nelle comunità e del loro stile di vita. Il nostro testo fa parte di una sezione più lunga ( 1 Timoteo 5, 1 – 6, 2) che concerne i criteri di comportamento nei confronti di quelle ca- tegorie di persone che hanno particolare rilevanza nella vita della co- munità cristiana: in primo luogo, le vedove (5, 3-16), poi seguono i presbiteri (5, 17-25) e infine gli schiavi (6, 1-2). Ma prima di occuparsi delle vedove, l’autore introduce una regola valida per tutti i fedeli, per gli uomini e per le donne, per i giovani e per gli anziani: trattare tutte le persone come se fossero membri della propria famiglia. Gran- de spazio è poi riservato alle vedove, che nella Chiesa primitiva era- no molto numerose. È stato ipotizzato, anche se si tratta ovviamente di un calcolo approssimativo, che il quaranta per cento delle donne fra i quaranta e i cinquant’anni fossero vedove. Un numero così ele- vato di vedove poneva seri problemi per la Chiesa nascente, che non aveva le risorse economiche necessarie per aiutarle tutte nei loro biso- gni. Per questo motivo, occorreva discernere bene quali vedove fosse- ro veramente bisognose, prima di distribuire gli aiuti. Racconta Euse- bio di Cesarea che nel 250 la Chiesa di Roma sostentava oltre mille- cinquecento vedove (cfr. Storia ecclesiastica 6, 43). «Onora le vedove, quelle che sono veramente vedove» ( 1 Timoteo 5, 3). Con questa esortazione incomincia il nostro brano. Le vedove sono ritenute degne di onore, e l’onore si traduce non solo in un aiu- to morale e spirituale, ma anche materiale. C’è però una condizione che va rispettata: esse devono essere «veramente» vedove, il che la- scia sottintendere che c’erano anche delle vedove non autentiche e quindi non degne di essere onorate. Evidentemente l’autore non si ri- ferisce al loro stato civile, mai messo in dubbio, bensì alla loro situa- zione economica dopo la perdita del marito. Successivamente egli di- stingue tre categorie di vedove. In primo luogo, quelle che possono Nata nel 1957 a Barcellona, dal 1985 risiede a Roma. Dopo la laurea in filologia anglo-germanica all’Università autonoma di Barcellona, ha studiato presso il Pontificio istituto biblico di Roma conseguendo il dottorato in Sacra Scrittura. Attualmente è professore ordinario di Antico Testamento nella Facoltà di Teologia della Gregoriana e professore invitato al Biblico. È vice- presidente della International Society for the Study of Deuterocanonical and Cognate Literature. Dal 2014 è membro della Pontificia commissione biblica e di quella voluta da Papa Francesco per lo studio del diaconato delle donne. In italiano, di recente, ha scritto La Bibbia della domenica (Edizioni Dehoniane Bologna, 2016) mentre per Vita e Pensiero ha curato Donne della Bibbia (2017) e Donne dei Vangeli (2018). L’autrice

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