donne chiesa mondo - n. 73 - novembre 2018
DONNE CHIESA MONDO 32 DONNE CHIESA MONDO 33 Vedove Al primo posto la carità di N URIA C ALDUCH -B ENAGES L e vedove sono vere protagoniste nella Scrittura. Come non ricordare Tamar, Rut, Noemi, Giuditta, la vedova di Sarepta di Sidone, oppu- re la vedova insistente della parabola lucana? Secondo la legislazione antica, la vedova senza figli aveva diritto al matrimonio, però poteva ritornare pure nella casa paterna. Le era consentito dunque risposar- si, tranne che con un sacerdote; tuttavia, le seconde nozze non erano abituali. Così si spiega la frequente menzione della categoria delle vedove, del loro disagio economico, del loro bisogno di protezione legale e del dovere di essere caritatevoli verso di loro. Il Signore stes- so le sostiene (cfr. Salmi 146, 9), rende loro giustizia (cfr. Esodo 22, 21; Deuteronomio 10, 18) e ascolta le loro suppliche, quando si sfogano nel lamento (cfr. Siracide 35, 17). I loro oppressori (cfr. Ezechiele 22, 8) e coloro che mancano al proprio dovere verso di loro (cfr. Giobbe 24, 21; Isaia 10, 1-2) meritano il castigo divino. Con gli orfani e gli stra- nieri, cioè quelli che non avevano l’appoggio di una famiglia, le ve- dove dipendevano dalla carità della gente e, tranne qualche rara ec- cezione, vivevano in condizioni miserevoli e cariche di figli, il che peggiorava ancora la loro situazione. Nel Nuovo Testamento la co- munità primitiva incominciò ben presto ad aver cura delle vedove (cfr. Atti degli apostoli 6, 1; 9, 39-40) e ad assisterle nei loro disagi (cfr. Giacomo 1, 27). A noi interessa specialmente un frammento della prima lettera a Timoteo (5, 3-16), scritta tra gli anni ottanta e novanta del I secolo, probabilmente da un discepolo che conosceva molto bene l’apostolo e il suo pensiero. La lettera, indirizzata a Timoteo, giovane capo del- la comunità di Efeso, ha lo scopo di incoraggiarlo nella missione che gli è stata affidata. Timoteo, insieme a Tito, è uno dei più cari disce- poli di Paolo, suo fedele collaboratore e continuatore della sua ope- ra. Di carattere essenzialmente esortativo, costituisce una specie di piccolo manuale per il pastore, dove si affrontano questioni come l’organizzazione della comunità, il modo di combattere i nemici della fede e la vita cristiana dei fedeli, senza che emerga una struttura o un piano di composizione evidente. Si tratta di un brano significativo non solo perché è il testo neote- stamentario più lungo dedicato alle vedove, ma soprattutto perché attesta l’esistenza di un ordine delle vedove riconosciuto nella Chiesa nella prima metà del II secolo. In 1 Timoteo 5, 9 si legge: «Una vedo- va sia iscritta nel catalogo ( katalegèstho ) delle vedove quando...». Il catalogo o registro, spiega Giuseppe Pulcinelli, era l’elenco delle ve- dove disposte ad assistere le donne povere, le quali dovevano avere P AOLO E LE DONNE
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