donne chiesa mondo - n. 72 - ottobre 2018

DONNE CHIESA MONDO 34 DONNE CHIESA MONDO 35 È dunque molto più semplice pensare a diàkonoi donna. Poiché nel greco biblico non c’è testimonianza di una forma linguistica fem- minile per indicare le diaconesse, ma vengono nominate con la forma maschile (a tale riguardo si veda più avanti Febe, in Romani 16), per definire il genere di questo gruppo è necessaria la circonlocuzione gýnaikes (“donne”) al fine di caratterizzarle come diaconi donna. D’altro canto, per i lettori e le lettrici dell’antichità sembra essere evi- dente che, in un capitolo sui diàkonoi , si tratta di donne che sono diàkonoi , sicché tale aggiunta chiarificatrice può anche non esserci. A ogni modo, se dal testo non si può trarre alcuna certezza defini- tiva, è però possibile sostenere un’argomentazione storica appoggian- dosi su altre fonti — bibliche e anche extrabibliche — quali evidenza esterna. Come già detto, si può anzitutto fare riferimento a Febe, per L’autrice Si è laureata nel 2006 presso la facoltà di Teologia cattolica dell’università di Vienna la quale Paolo, all’inizio dell’elenco dei saluti con cui con- clude la sua lettera alla comunità di Roma, scrive una lettera di raccomandazione (cfr. Romani 16, 1-2). Febe viene presen- tata con il termine maschile — che dunque in quanto termi- nus technicus va inteso come titolo — come diàkonos . Il parti- cipio presente che lo precede, in modo lineare-durativo, in- dica una funzione esercitata in maniera duratura nella co- munità di Cencrea, città portuale nei pressi di Corinto. Così anche le forme plurali maschili possono essere lette in modo inclusivo. Nella lettera alla comunità di Filippi, per esem- pio, laddove in 1, 1 è indirizzata ai diàkonoi , tale gruppo po- trebbe senz’altro includere delle donne se si pensa per esem- pio a Evodia e Sintiche, citate esplicitamente in 4, 2. Il Nuovo Testamento non spiega quali sono esattamente i compiti dei diàkonoi . Poiché in Romani 12 la diakonìa viene elencata al secondo posto tra i carismi, tra profezia e insegnamento (v. 7), il termine do- vrebbe alludere al compito ricevuto del servizio al Vangelo, l’annun- cio. È in questo senso che Paolo si definisce diàkonos (cfr. per esem- pio 1 Corinzi 3, 5; 2 Corinzi 3, 6; 6, 4; inoltre Colossesi 1, 23). Il coin- volgimento responsabile delle donne nel lavoro della comunità e in funzioni direttive è testimoniato anche dalle altre collaboratrici citate in Romani 16, che “faticano” (un terminus technicus per l’attività mis- sionaria e di annuncio) al servizio della comunità. Una informazione interessante giunge inoltre dalla corrispondenza tra Plinio il giovane e l’imperatore Traiano — databile pressappoco allo stesso periodo delle lettere pastorali (intorno al 112) — che offre anche una testimonianza sulla situazione in Asia minore (la Bitinia sta a nord). Plinio voleva sapere «da due schiave, che venivano chia- mate ministrae » la verità sul cristianesimo ( Epistulae 10, 96, 8). Il tito- e ha ottenuto l’abilitazione alla docenza nel 2018 presso l’università di Graz, dipartimento di Scienza biblica neotestamentaria e teologia biblica.

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