donne chiesa mondo - n. 72 - ottobre 2018
DONNE CHIESA MONDO 18 DONNE CHIESA MONDO 19 seguito un corso da estetista e ora è stata assunta ad Ascoli; Assunta Perilli, archeologa, ha potuto acquistare un telaio da tavolo, intraprendendo così una nuova attività artigianale che coinvolge molte anziane della zona; Marisa Di Marco ha acquistato un essiccatore per il suo storico negozio di pasta fresca ad Amatrice, riuscendo a realizzare un prodotto che si conserva più a lungo e può essere venduto anche lontano. Dal canto loro Rita Arcangeli e Sonia Santarelli hanno acquistato un trattore, due vitelle e del fieno per proseguire l’attività agricola. Tutte hanno beneficiato dei fondi messi a disposizione dalla onlus WeWorld poco dopo l’infuriare del sisma del 2016: le loro storie sono state ora raccolte dall’associazione, tornata ad Amatrice per conoscere gli esiti del progetto Aiuto Diretto, indispensabile per ripartire e cercare di tornare alla normalità. Una forma di sostegno concreto e psicologico, capace di dare fiducia e di responsabilizzare, che ha coinvolto oltre 300 persone. >> 21 >> 15 N ELLA VITA AFFETTIVA La porta socchiusa… di J EAN -P AUL V ESCO * U na frase del nostro maestro dei novizi mi accompagna dai tempi del mio noviziato domenicano: «Vivere il celibato consacrato significa ac- cettare la scomodità e il rischio di lasciare la porta della propria vita affettiva largamente socchiusa». Sposarsi di solito permette di chiu- dere, per quanto è possibile, la porta a tutte le altre possibilità e di costruire un rapporto affettivo nel tempo con il proprio coniuge. Niente di simile nella vita consacrata che, oltretutto, suscita per natu- ra confidenze, scambi a cuore aperto, e nutre molto facilmente una raffigurazione idealizzata della persona celibe «in vista del Regno dei cieli». È forte la tentazione di chiudere quella dannata porta con ogni mezzo. Il più naturale è porsi, per quanto possibile, fuori dalla por- tata del rischio del rapporto, separarsi. Ciò significa, in primo luogo, non porsi più in una situazione di alterità in cui il rapporto è fatto di scambio reciproco, in cui ognuno si lascia raggiungere, si lascia toc- care. È questo bisogno di separazione, in parte necessaria, la ragion d’essere della clausura monastica.
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