donne chiesa mondo - n. 71 - settembre 2018

DONNE CHIESA MONDO 32 DONNE CHIESA MONDO 33 Trifena e Trifosa di D OMINIKA K UREK -C HOMYCZ P ur essendo un tratto tipico dell’apostolo Paolo l’invio di saluti nella parte finale delle sue lettere, l’elenco presente in Romani 16 è comun- que insolitamente lungo. Dato che Paolo stava scrivendo a una co- munità che non aveva fondato e che intendeva visitare (cfr. Romani 15, 33), ci si è talvolta chiesti come potesse di fatto conoscere così tante persone a Roma. Alcuni studiosi pensano che il capitolo 16 fa- cesse originariamente parte di una lettera persa indirizzata agli Efesini; noi sappiamo che Paolo trascorse diversi anni a Efeso e che quindi doveva conoscere molto bene i membri della comunità efesina. Altri studiosi ritengono che l’elenco in Romani 16 includa an- che persone che Paolo non conosceva direttamente. Ma tutto ciò non tiene conto della mobilità dei primi missionari cristiani. La maggior parte dei cristiani contemporanei è a conoscenza dei viaggi di san Paolo, e anche nel XXI secolo, quando spostarsi è diventato molto più facile grazie ai moderni mezzi di trasporto, la rete dei suoi viaggi appare impressionante. Non è stato però l’unico seguace di Cristo del primo secolo a viaggiare così tanto. Secondo gli Atti degli apostoli (18, 2), Paolo incontrò Prisca e Aquila a Corinto, dove si erano tra- sferiti da Roma. Si trovavano a Corinto a seguito dell’editto di Clau- dio che ordinava agli ebrei di lasciare Roma. Più avanti però, nello stesso capitolo, Luca ci dice che la coppia era giunta a Efeso insieme a Paolo (cfr. Atti degli apostoli 18, 18-19). Molto probabilmente in se- guito tornarono a Roma, ed è per questo che i saluti di Paolo in Ro- mani 16 iniziano con quelli a Prisca e Aquila, ai quali era particolar- mente grato (cfr. Romani 16, 3-4). È comunque plausibile che anche altre persone elencate in questo capitolo fossero a loro volta ebrei che avevano lasciato Roma a seguito dell’editto di Claudio e che Paolo aveva incontrato nel corso dei suoi viaggi. Altri potevano all’inizio aver proclamato il Vangelo in oriente, come Paolo, ma si erano poi trasferiti nella capitale prima di lui, o di propria volontà o portati lì dai loro padroni o da commercianti di schiavi, se erano schiavi. Seb- bene in un’era precedente a quella mediatica la comunicazione non fosse immediata come lo è oggigiorno, Paolo era parte di una vasta rete formata dai primi cristiani missionari che mantenevano uno stretto rapporto tra loro, sapendo quanto il successo della loro opera dipendesse più dal lavoro di squadra che non dall’impegno indivi- duale. L’elenco dei saluti in Romani 16 non è assolutamente una mera ap- pendice alla lettera. È parte integrante dello scopo della lettera indi- rizzata alla città che Paolo intendeva visitare; inviare saluti a persone P AOLO E LE DONNE

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