donne chiesa mondo - n. 71 - settembre 2018
DONNE CHIESA MONDO 24 DONNE CHIESA MONDO 25 gi in cui vengono imitati sia i motivi che gli stili di scrittura usati da vari autori inglesi (William Golding, Virgina Woolf, D. H. Lawrence, Ernest Hemingway): se nel quinto capitolo, ad esempio, Adam fanta- stica di essere il papa, prendendo spunto dal romanzo Adriano VII di Frederick Rolfe, nello stile di Graham Greene, invece, sono narrati il tema del tradimento, la coscienza della colpa, la teologia. La parodia più toccante si ritrova nell’epilogo, dove i problemi co- niugali di Adam Appleby sono contemplati da un’altra prospettiva, quella femminile di Barbara che, da semplice oggetto dei pensieri e delle percezioni del marito, diviene coscienza soggettiva della narra- zione, esponendo finalmente il proprio punto di vista. Il suo mono- logo interiore è una chiara allusione all’ Ulisse di James Joyce e richia- ma il flusso di coscienza di Molly Bloom, anch’ella moglie dapprima messa in ombra, ma destinata a recuperare la propria voce nel finale del romanzo. E con la meditazione di Barbara sui paradossi della sessualità, sulla storia del corteggiamento di Adam e del loro matri- monio, sembra ricomporsi l’ansia che ha improntato la narrazione fi- no a quel punto, in nome di una saggezza che con semplicità si affi- da allo scorrere dei giorni. Il romanzo descrive un’ansiosa giornata del giovane ricercatore che, in balia di tormenti morali e contrattempi pratici, è incapace di ricavarsi un momento di pace per le sue ricerche nella sala di lettura del British Museum; piuttosto che lavorare alla sua tesi, intitolata so- lennemente La struttura delle lunghe frasi in tre moderni romanzi inglesi , continua infatti a essere distratto da problemi ben più prosaici, come il capire se, attraverso innumerevoli chiamate con i vecchi telefoni a gettone, sua moglie sia incinta per la quarta volta. Lodge restituisce in stile tragicomico l’immagine di una coppia che si tortura con me- todi naturali complessi e farraginosi: «Clare era nata nove mesi dopo le nozze. Barbara aveva allora consultato un dottore cattolico che le aveva insegnato una semplice formula matematica per calcolare il pe- riodo non fertile. Così semplice che Dominic era nato un anno do- po». Adam e Barbara, pur sforzandosi di vivere secondo i principi cattolici sull’argomento, guardano con ammirazione — e con una sor- ta di invidia — i nuovi progressi scientifici nel campo della contracce- zione. La loro vita sessuale è logorante e anche quando Adam siede alla scrivania del British Museum, la sua mente è angosciosamente assorbita anziché dalla tesi di dottorato, dai complicati grafici e cal- coli che ripercorrono le variazioni della temperatura basale di Barba- ra, come pure dall’ansia di dover mantenere una famiglia in procinto di allargarsi. Nella prefazione, David Lodge, scrittore cattolico e professore uni- versitario di letteratura inglese, rivela apertamente la motivazione e le idee che hanno ispirato il romanzo, dove le questioni morali, che la maggior parte dei cattolici sposati si ritrova a ponderare all’inizio de- gli anni sessanta, vengono affrontate in toni comici, ma mai beffardi e derisori. Il tema dominante è quello della dottrina della Chiesa sul controllo delle nascite (che nel caso di Adam e Barbara è un “non controllo”), un problema reso pressante dall’arrivo della pillola negli anni precedenti il concilio Vaticano II . Andando al British Museum, in un articolo di giornale, Adam è lieto di constatare come, durante i lavori del concilio, «il cardinale Suenens abbia richiesto una revisio- ne radicale dei dettami della Chiesa riguardante il controllo delle na- scite. Il cardinale Ottaviani ha ribattuto asserendo che le coppie cat- toliche devono confidare nella divina provvidenza. Su nessuna altra questione, riferisce il corrispondente del giornale, le posizioni, al concilio, dei liberali e dei conservatori sono definite con altrettanta chiarezza». È crollato il British Museum è una sorta di romanzo sperimentale, che mescola diversi registri stilistici, passando dalla forma epistolare, a quella diaristica, da quella colloquiale a quella della riflessione me- tafisica. David Lodge fa ampio uso del pastiche , incorporando passag- Marc Chagall «La maternità e il centauro» (1957) consegnato in occasione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Istituito nel 1999, il premio viene assegnato ogni anno al regista che abbia dato testimonianza con il suo lavoro del difficile percorso di ricerca del significato spirituale dell’esistenza. Patrocinato dal Dicastero per la comunicazione della Santa Sede e dal Pontificio consiglio della cultura, per la prima volta viene assegnato a una donna. Della ricca e varia produzione della Cavani, ricordiamo due opere, poco note. Lo splendido Gesù mio fratello, vita e spiritualità di Charles de Foucauld e dei piccoli fratelli di Gesù (1964) e il più recente Clarisse (2012), che ha per protagoniste le suore del monastero di Santa Chiara di Urbino. Pacate, ironiche, agguerrite, colte e disubbedienti, un po’ come la Chiara che Cavani ha scritto per «donne chiesa mondo» (settembre 2013). >> 21
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