donne chiesa mondo - n. 71 - settembre 2018
DONNE CHIESA MONDO 12 DONNE CHIESA MONDO 13 La Pro ecclesia a suor Nicla Spezzati Suor Nicla Spezzati ha ricevuto la croce Pro ecclesia et pontifice, onorificenza della Santa Sede conferita a laici (uomini e donne) ed ecclesiastici che si distinguono per il loro servizio alla Chiesa e alla persona del Pontefice. Nata a San Severo (Foggia), suor Nicla fa parte delle Adoratrici del sangue di Cristo. Laureata in scienze della comunicazione e in lettere, con un dottorato in analisi dei fenomeni religiosi nelle culture della comunicazione mediatica, Spezzati è stata chiamata a insegnare in diverse università. Nominata nel dicembre 2011 sottosegretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, quest’anno è stata D AL MONDO >> 15 Oggi i timori di Paolo VI si sono concretizzati. Amore, sessualità e procreazione sono completamente dissociati al punto che a molti gio- vani sfugge il significato del matrimonio. Prima di qualsiasi questio- ne riguardante la contraccezione, la Chiesa ha davanti a sé la sfida di presentare il matrimonio cristiano come un’autentica via di umaniz- zazione e una fonte di gioia profonda. Le aspirazioni delle donne si sono in parte realizzate. Il controllo della fecondità, unito al lavoro retribuito, ha definitivamente cambiato l’equilibrio tra uomini e don- ne. Eppure l’uguaglianza uomo/donna non è un fatto acquisito ovunque e si pongono altre questioni. Le giovani di oggi non pensa- no di vivere le angosce delle generazioni passate, ma si rifiutano di portare da sole il peso della contraccezione e, per motivi ecologici, sono sempre più reticenti di fronte ai trattamenti ormonali. In Fran- cia, la contraccezione è un tema affrontato non nella coppia ma tra la donna e il suo medico. Gli uomini si sono lasciati deresponsabilizza- re. Affidando esplicitamente la scelta dei metodi di contraccezione al- la coppia, la Chiesa potrebbe aiutare i coniugi a riannodare il dialo- go su questo tema e coinvolgere così anche gli uomini. A tal fine oc- corre però che essa ammetta che, anche se i prodotti della tecnica non sono neutri (cfr. Laudato si’ , n. 107), offrono sempre l’occasione di un discernimento in coscienza per determinare il loro uso corretto. Le giovani oggi aspirano anche a un’uguaglianza più concreta tra uomini e donne. Rifiutano gli atteggiamenti maschilisti e i soffitti di cristallo che ostacolano ancora troppo spesso il loro futuro professio- nale. Il movimento #MeToo mostra che il sesso, il potere e il denaro sono sempre correlati. Una realtà che la Chiesa passa troppo spesso sotto silenzio, il che rende il suo discorso inoperante. Tanto più che all’interno le resta un margine di progresso importante. La Chiesa si dice madre, ma riserva a uomini il compito d’incarnare la sua mater- nità! La parola delle donne non ha lo stesso peso nella Chiesa di quella degli uomini, poiché solo la parola del clero, e dunque degli uomini, impegna l’istituzione. Una situazione che potrebbe riequili- brarsi nella Chiesa sinodale che Papa Francesco auspica vivamente, ma per la quale i vescovi mostrano poco entusiasmo… Il rischio della disumanizzazione dei rapporti uomo/donna esisterà sempre. Sta ai cristiani mostrare che l’alleanza è possibile e che la guerra dei sessi non è ineludibile. La Chiesa può attualizzare la preoccupazione di Papa Paolo VI dando spazio alla coscienza e alla responsabilità delle persone ed elaborando una parola realistica, an- corata nella vita. Al prezzo di un atteggiamento autocritico, potrà al- lora scavalcare il fossato e riannodare il dialogo con la società.
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